CERESOLE: BORGO INCONTAMINATO?

 

 

  La recente, speriamo eccessiva attenzione che si è accesa sul progetto crediamo enfaticamente denominato :" Pala Ceresole", ha comunque il pregio di attrarre l'attenzione su quel borgo ( in realtà più borgate distese sulla testata della valle Orco), incastonato entro i confini di un Parco Nazionale di prestigio quale è quello del Gran Paradiso. Qualcuno ha indicato quest'ultimo progetto come capace di sfregiare quell'incontaminata località, può darsi, ma l'errore è pensare che sia incontaminata. Già negli anni trenta del 900, l'avvento dell'industria idroelettrica con la costruione della diga e la formazione del lago, aveva cancellato il vecchio borgo di Ceresole che ora giace sul fondo del lago e i cui resti ritornano visibili ogni qual volta il lago va in secca. Con il dopo guerra e gli anni 50 del 900 gli investimenti nell'idroelettrico erano continuati e la centrale (allora AEM) costruita nei pressi del lago ne è testimone. Seguirono anni che non registrarono rilevanti modifiche ( in forndo 180 abitanti non potevano certo trasformare i borgi in una città), ma la "modernità" comunque avanzava e quella località pur difesa da settimane intere di isolamento invernale causa la caduta di valanghe che ostruivano la vecchia galleria di accesso, con l'inizio degli anno 70 cedette alla mire speculative. Il primo colpo fu inferto dalla costruzione di un condominio di circa 4.500 mc. in borgata Capoluogo. Non avrebbe potuto essere realizzato perchè l'area era destinata all'edificazione esclusivamente alberghiera, ma il Comune imbastì una variante urbanistica, non rispettò le norme di salvaguardia, la Regione non approvò mai quella variante che decadde e il palazzo fu realizzato. Andata a buon fine la prima forzatura, nella seconda metà degli anni 70 provarono la seconda e più consistente forzatura. Nel frattempo però pensarono bene di distruggere la costa sud del lago, costruendo una strada in luogo del bellissimo sentiero bordo lago. Fu un 'opera paesaggisticamente devastante che oggi, a distanza di 50 anni la natura ha faticosamente ricomposto, ma ci sono voluti decenni e poi rimane il mistero su cosa mai sia servita quella strada sotto valanghe. Tornando però alla vicenda urbanistica, vi fu in quegli anni una infornata di progetti condominiali. Ne furono approvati e costruiti tre, tutti quanti accomunati dal fatto che dove si potevano realizzare 3 piani fuori terra , ne prevedevano da 4 a 5 o 6. Il "peggiore"era progettato su un terreno di proprietà del sindaco, (tra parentesi vendeva o tentava anche di vendere terreni del Comune inedificabili come edificabili) infatti venne autorizzato dal vice sindaco e poi naturalmente il terreno con il progetto venne venduto. Tutte le opere sono ancora lì, condonate con il primo condono edilizio del 1983. C'è da dire che successivamente l'edilizia condominiale non ebbe seguito ( erano stati denunciati e avevano preso un po' di paura), mentre invece con il piano regolatore del 95 ebbe fortuna l'edilizia uni e bifamiliare che su una superficie di 44.000 mq ebbe a costruire 14.490 mc. ( di fatto ci starebbero dentro tutti gli abitanti ridotti ora a 150). Per fortuna è poi venuto l'adegualento al PAI ( piano di assesto idrogeologico) che, obtorto collo, ha obbligato a tagliare 6.946 mc. già previsti nel Piano Regolatore e 20.971 mq di aree edificabili. Detto questo è ora in lento arrivo il nuovo piano regolatore che vorrebbe realizzare altri 8.360 mc su una superficie di 44.770 mq di aree. Insomma siamo ancora ben lontani dal consumo 0 di suolo e vista la demografia del luogo , sempre tanti e troppi. Come abbiamo testimoniato il candore di quel luogo è finito da un tempo, ne rimane la bellezza non frutto dell'uomo e i confini del Parco Nazionale che appena fuori dalle case dei borghi, vigilano in silenzio, ma invalicabili.            

Commenti

Post più popolari