TORINO: LA SEZIONE INFORMA

 

 

 

 Italia Nostra Sezione di Torino
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Notizie febbraio 2025

Cari Soci e cari simpatizzanti di Italia Nostra-Torino, il nuovo anno si apre con prospettive preoccupanti per il quadro nazionale della tutela dei beni culturali e del paesaggio, visto che apprendiamo proposta del Ministro dei Trasporti di privare le Soprintendenze del Ministero dei Beni Culturali del valore vincolante dei loro pareri, che diverrebbero solo consultivi, inoltre, affidando le decisioni finali su nuove infrastrutture al Ministero dei Trasporti e su provvedimenti urbanistici ai Comuni, salva restando solo la tutela dei beni monumentali di straordinaria importanza.
I Soci sono caldamente invitati all'annuale Assemblea dei Soci di Italia Nostra-Torino, che si terrà sabato primo marzo 2025 alle 10,00 nella sede della Sezione in via Massena 71. Dobbiamo riflettere insieme su molte cose attinenti la tutela dei beni culturali e ambientali del nostro territorio, e sulla sua vivibilità. Speriamo nella presenza di tanti Soci che purtroppo non abbiamo occasioni di incontrare durante l'anno. Per Torino, durante il 2024 abbiamo assistito al vivace movimento di cittadini per
scongiurare o mitigare micidiali manomissioni del verde pubblico, beffardamente rese possibili dall'arrivo di fondi europei.
Principalmente l'abbattimento degli alberi di corso Belgio, e la trasformazione del Parco del Meisino in "centro per lo sport e l'educazione ambientale" con pesante alterazione della naturalità del parco, fuga di specie animali che in questi anni vi avevano trovato rifugio,e perdita di quella passeggiata tranquilla nel verde che è, e temiamo di dover dire "era", la grande ricchezza di questo parco.
Ma il fatto nuovo e positivo è stato ed è l'impegno di questi cittadini dei Comitati sorti  su questi temi in questi ultimi due anni, molti dei quali hanno investito moltissimo tempo nel presidiare i luoghi, ed hanno anche subito sanzioni pesanti a nostro parere totalmente improprie, hanno condotto molte iniziative, assemblee. per sensibilizzare la cittadinanza, e avviato per corso Belgio un'azione giudiziaria sul Comune sostenendo il pregiudizio per la salute della cittadinanza derivante dalla scomparsa di alberi adulti di buone proporzioni. Questa azione ha avuto quantomeno un successo parziale, con una sentenza che obbliga il Comune a dislocare nel tempo la sostituzione, ma adesso si spera in un necessario progresso ulteriore.
Per il Parco del Meisino il vasto movimento dei cittadini e l'azione della Consulta per il Verde e l'Ambiente, organo di consulenza del Consiglio Comunale di cui facciamo parte come Italia Nostra-Torino, hanno fortunatamente prodotto un ridimensionamento parziale del progetto, con spostamento di attività e attrezzature fortemente impattanti, "skills bike park" e "pump track" dal "boschetto" ad aree più idonee, e l'eliminazione delle passerelle metalliche che avrebbero attraversato la preziosa "area umida", habitat elettivo di molti animali.
Inoltre, insieme con gli altri componenti del "Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni ambientaliste per la tutela e la progettazione del verde" abbiamo ottenuto dal Comune  l'autorizzazione a raccogliere firme per una Proposta di Deliberazione di Iniziativa Popolare per una nuova formulazione dell'art. 45 del Regolamento del Verde Urbano del Comune di Torino che escluda la possibilità di effettuare l'abbattimento complessivo e sostituzione di intere alberate o di porzioni di esse, definendo la possibilità di abbattere i soli alberi presentanti effettivo rischio di schianto.
Occorre ottenere almeno millecinquecento firme, corredate dei dati anagrafici dei firmatari, da depositare entro quattro mesi dalla data di accettazione della raccolta da parte del Comune, e cioè dal 4 febbraio 2025.
Per chi riceve questo notiziario per mail alleghiamo il testo dell'Art.45 come attualmente formulato e come da noi proposto. Se riuscissimo ad ottenere le firme, abbiamo buone speranze che il Consiglio Comunale accoglierebbe la proposta, e in tal caso sarebbero scongiurati non solo gli abbattimenti attualmente previsti, ma vari altri ipotizzati... Faremo poi sapere dove sarà possibile recarsi per apporre le firme. Abbiamo chiesto la possibilità di apporre firma anche per via telematica ma per ora non abbiamo avuto risposta. Alleghiamo dossier sul pesantissimo progetto, di cui vi abbiamo parlato più volte, di erigere un centro commerciale di Esselunga cancellando il giardino Artiglieri da Montagna di corso Vittorio angolo Borsellino, davanti alla Cittadella Giudiziaria.
Speriamo di poter ottenere una vera diffusione della conoscenza del problema da parte del pubblico, condizione necessaria per indurre l'Amministrazione Comunale ai passi necessari per concordare con Esselunga l'annullamento di questa parte del suo intervento nell'area ex Westinghouse-Nebiolo, e garantire la sopravvivenza di questo giardino, in questa parte della città unica area verde in piena terra con grandi alberi (non su soletta di cemento come il giardino-parcheggio tra il Tribunale e il grattacielo Intesa-San Paolo). Anche se Esselunga dovesse chiedere una congrua compensazione economica per la rinuncia a questa parte del suo progetto, garantendo la conservazione del giardino intatto o retrocedendone la proprietà al Comune, dovremmo considerare come il Comune stia spendendo somme certamente molto più impegnative per opere dette di riqualificazione ambientale portatrici di mediocre miglioramento, come la ripavimentazione di via Roma, o addirittura di diretta compromissione della qualità ambientale come per la trasformazione del Parco del Meisino, a fronte di finanziamenti che dovranno essere restituiti.
Come tutti gli anni in questa occasione rinnoviamo la nostra richiesta di sostegno per la nostra Sezione di Torino di Italia Nostra. Come vi è noto, la nostra difficoltà di fare conoscere le nostre posizioni su vari temi dipende dalla cautela delle principali testate giornalistiche del territorio nel riportare critiche alle iniziative dell'Amministrazione Comunale, per cui si tende ad informare sinteticamente della nostra contrarietà su un certo tema, senza riferire le nostre riflessioni. Abbiamo molto bisogno di aiuto, in varie forme, certamente molto quello economico, per mantenerci in questa sede con la sua biblioteca, archivio e ambiente adeguato. Ma altrettanto abbiamo bisogno di un forte incremento di aiuto per lo scambio di idee, per contributi di competenze, e anche proprio bisogno di “braccia”, per gli aspetti organizzativi. 

Per lo scambio di idee e di informazioni, e per incontrarci, non è necessario iscriversi, sappiamo come per molti non sia agevole sostenere il pagamento della quota. Chi fosse interessato può mandarci una mail per sentirci poi telefonicamente e incontrarci. Meglio evitare di lasciare messaggio sulla segret.telef. del numero della sede perché possono passare vari giorni prima che ci rechiamo in sede e possiamo consultarla.
A maggior ragione per in nostri Soci rinnoviamo la proposta di considerare la possibilità di unirsi al nostro piccolo gruppo di Soci attivi.
Per dinamizzare la nostra azione, in particolare per la comunicazione, avremmo particolare bisogno di Soci giovani, e anche di giovani non iscritti simpatizzanti con le nostre posizioni, che ci potrebbero aiutare con idee, energia, attività di esplorazione sul territorio, e per la loro competenza digitale “social”.
E come sempre detto, per le attività organizzative, per la gestione della biblioteca, oltre che naturalmente per ampliare gli scambi di informazioni e riflessioni, ci gioverebbero moltissimo persone in pensione o comunque con una certa disponibilità di tempo, già qualche ora una volta la settimana sarebbe un utilissimo contributo.
Per la nostra biblioteca specialistica, di circa cinquemila volumi, purtoppo non ne abbiamo un catalogo alfabetico strutturato, contiamo di poterla aprire al pubblico per un giorno la settimana se troveremo volontari, ma in ogni caso chi fosse interessato a prenderne visione può chiederci un appuntamento.
Come sempre con questo notiziario, che vorremmo poter inviare più spesso, raccomandiamo a chi ci legge ad esplorare Torino con Google 3D, che per le grandi città consente di esplorarle letteralmente come dall'elicottero. A parte il piacere di questa
esplorazione, emergono conoscenze utili, percezione di cose da correggere ma anche idee creative, possibilità di vario genere.
E come sempre, invitiamo chi ci legge e in qualche modo condivide almeno in parte le nostre opinioni a scriverci, anche per informarci di situazioni che meritano attenzione e di cui possiamo non avere alcuna notizia, e naturalmente poi potremo sentirci telefonicamente
ed eventualmente incontrarci.
Ripetiamo un caldo invito a sostenerci, sia associandosi, rinforzando la nostra consistenza, sia, se si ritiene che l'opera di Italia Nostra sia utile, e naturalmente se ce lo si può permettere, dandoci un aiuto finanziario di cui abbiamo molto bisogno, sia offrendo una
collaborazione attiva, anche senza associarsi.
Vi preghiamo, come sempre, di trasmettere queste notizie di Italia Nostra-Torino a chi vi sembri interessabile, e naturalmente invitiamo i Soci a cercare di guadagnarci nuovi Soci...
Nella viva speranza di vederci di persona all'Assemblea di sabato primo marzo, vi auguriamo buone cose per il Direttivo di Italia Nostra-Torino
Roberto Gnavi
Presidente
P.S.
La quota di iscrizione per anno solare, (di cui metà viene inviata alla Sede Centrale di
Italia Nostra a Roma), è di:
Socio Ordinario: euro 35,00 - quota triennale 90,00
Socio Familiare euro 20,00 - quota triennale 60,00
Socio Giovane
(inf.a 18 anni) euro 10,00 - quota triennale 25,00
Socio Ordinario Studente
(fino a 26 anni) euro 15,00 - quota triennale 40,00

 

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La vicenda dell'area Westinghouse con prevista  cementificazione del giardino in corso Vittorio
La vicenda dell'area ex Westinghouse-Nebiolo in via Borsellino, col suo arrivare disgraziatamente a comprendere la cessione a privati di una preziosa area verde in corso
Vittorio per farne un centro commerciale, è un fatto urbanistico ulcerante che è doveroso scongiurare.
Ma fornisce anche una formidabile esemplificazione di come i criteri di una corretta gestione urbanistica, criteri ampiamente condivisi a parole da tutti, e ben codificati nelle normative, possano essere ignorati, aggirati, e sostanzialmente considerati secondari rispetto a supposti stati di necessità tecnico finanziari, ma in realtà stati di necessità politici
timori di castighi elettorali o di dover cedere competenze all'autorità centrale in caso di sofferenze di bilancio.
L'area un tempo occupata dalle industrie Westinghouse e Nebiolo, fra via Borsellino e corso Ferrucci, ospita ora edilizia residenziale su corso Ferrucci, mentre fu acquisita dal
Comune la parte fronteggiante via Borsellino, comprendente area completamente demolita e piccola porzione superstite della Nebiolo, di interesse storico architettonico.
Era previsto che lì sorgesse la nuova sede della Biblioteca Comunale Centrale, su progetto dell'Arch. Bellini, e con una spesa prevista dell'ordine di duecento milioni di euro,
forniti dallo Stato nell'ambito delle celebrazioni per il centocinquantenario dell'Unità nel 2011. Poi i fondi furono dirottati ed il Comune restò con un ingentissima parcella da saldare per la progettazione esecutiva della biblioteca ormai avvenuta, diciotto milioni.
Non abbiamo gli strumenti per approfondire la congruità o meno di tale richiesta che comunque alla fine fu esaudita.
Il Comune, certo appesantito da questo onere iniziò ad esplorare alternative di utilizzo possibilmente economicamente congrue per questa area rimasta orfana.
E certo a questo punto si rilassò alquanto l'aspirazione a fare di questa area un focus di qualità urbana.
Secondo il Piano Regolatore del '95, il destino di tutta la fascia non edificata fra corso Vittorio ed il lungo complesso lineare della caserma fra corso Ferrucci e via Borsellino,sarebbe stato verde e servizi. Poi nella metà ovest affacciata  su corso Ferrucci fu sviluppato un impianto sportivo, il controviale su corso Vittorio fu adibito all'uso attuale come terminal di bus a lunga percorrenza, e la metà verso via Borsellino, con presenza di
alberi sino dai tempi dell'uso militare, restò di fatto giardino pubblico a bassa manutenzione, peraltro non solo gradevole per la vegetazione già godibile, ma unico spazio di suolo verde in piena terra per un vastissimo raggio in questo ambito ovest della città.
Poiché invece non è in piena terra, ma giardino su soletta il vicino giardino soprastante il parcheggio sotterraneo della Cittadella Giudiziaria, tra il grattacielo Intesa San Paolo e via
Bruno Caccia, che ha qualche merito come installazioni per i bimbi ma è molto meno rilevante per presenze arboree e qualità ambientale.
In alto nella foto è visibile, al di là della lunga caserma, l'area Westinghouse-Nebiolo, provvisoriamente parcheggio.
Nel 2011 la CRT presentò una dichiarazione di interesse per la costruzione di un centro congressi per cinquemila posti, e parallelamente emerse un possibile interesse all'acquisto
da parte di società operanti nella grande distribuzione commerciale, e peraltro sembrò congruo costituire una proposta di cessione dell'area a fronte di impegno di realizzazione di  un centro congressi più attività commerciali e altro. E poiché a questo punto l'area non risultava sufficiente, si decise di comprendere nella vendita anche vasta parte dell'area verde compresa fra corso Vittorio, via Borsellino e l'ex caserma Lamarmora.
Per cui nel 2011 si allestì una variante al vigente Piano Regolatore per la quale la porzione est della fascia verde e servizi attigua alla caserma Lamarmora passava a
destinazione attrezzature di interesse generale.
Mentre nella variante del 2011, a giudicare da ipotesi topografiche allegate, sembrerebbe presente un'intenzione a conservare buona parte di verde di questa porzione, si vide poi che ,appurato il vincolo monumentale e l'intangibilità della striscia d i caserma interposta, per dare soddisfazione alle esigenze affacciate da possibili acquirenti occorreva  rinunciare del tutto a proteggere il verde.
Così, essenzialmente sulla base dell'ottimizzare le possibilità di vendita si arrivò nel2013 al bando per la cessione per novantanove anni dell 'area cosiddetta Westinghouse con
unito giardino ex caserma Lamarmora, con definizione di una nuova Variante e si procedettea tappe forzate agli adempimenti amministrativi indispensabili, a cominciare dalla
procedura di assoggettamento a Valutazione di Impatto Ambientale, che non sorprendentemente, come avvenuto in casi analoghi, dichiarò superflua l'esecuzione della VIA. E principale e sostanzialmente unico partecipante all'asta si aggiudicò la cessione la società Esselunga, con cui si era svolta una trattativa.
Area Westinghouse Lamarmora prima della variante del 2011, con destinazione a verde e servizi dell'intera caserma Lamarmora Area Westinghouse Lamarmora con variante del 2011 e passaggio a destinazione servizi vari della metà est della caserma Lamarmora e verde di pertinenza.Ma a questo punto un'altra società di grande distribuzione, la Novacoop, si mosse legalmente contro tutto l'impianto. Con ricorso al Tar contestando le modalità sia dello svolgimento della Conferenza dei Servizi che aveva evitato la Via sia le modalità del bando, ma anche sul piano penale presentando un esposto per possibile turbativa d'asta sembrando emergere una trattativa privilegiata tra il Comune ed Esselunga.
Il ricorso amministrativo, che muoveva dall'interesse di Novacoop e non da uno specifico interesse ambientale, non è stato infine accolto dal Consiglio di Stato.
Ma la Procura della Repubblica in questi anni ha  effettivamente ritenuto fondata l'accusa di turbativa d'asta, con richiesta di rinvio a giudizio dell'ex Sindaco Fassino e altri
concorrenti alla vicenda, che ha avuto recente esito finale con prescrizione, ritenendo l'eventuale reato maturato nel 2013.
Ma quello che comunque risulta utile materiale di riflessione è nella relazione della Polizia Giudiziaria sull'indagine, da cui emerge come siano state raccolte numerose dichiarazioni di funzionari del Comune sull'essere stati fortemente sollecitati ad una valutazione sommaria degli elementi qualitativi ed ambientali della variante per assicurarne il rispetto della scadenza utile esclusivamente per presentare un bilancio che desse per acquisito l'incasso della somma di acquisto.
Estratti da Atti Polizia Giudiziaria del 23 dicembre 2020:
In precedenza è stato accennato che la Modifica all'Accordo di Programma è stata attuata, e non poteva essere altrimenti, con l'indizione della Conferenza dei Servizi ai sensi dell'art. 17 bis L.R. 56/1977 (cd. procedura semplificata), perché si trattava di una variante avente ad oggetto un progetto di rilevante interesse connesso al Piano Regolatore Generale
della Città di Torino.
I lavori della Conferenza dei Servizi, riguardanti l'approvazione della variante urbanistica richiesta dalla Città, sono iniziati il 5 novembre e si sono conclusi il 30dicembre 2013.
Tra i partecipanti, i rappresentant i di tutti gli Enti coinvolti, ovvero la Città di Torino,la Provincia (ora Città Metropolitana) e la Regione Piemonte,  alla quale era demandata la
gestione della procedura:
Come espressamente riportato nei verbali redatti al termine di ogni seduta, acquisiti nel corso delle attività svolte presso gli uffici della Regione Piemonte, la Conferenza deiServizi era tenuta dapprima a verificare lo specifico interess e pubblico e poi ad esaminare tutti gli interventi che avrebbero avuto rilevanza sull'impatto e sulla compatibilitàambientale, compresa la verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica (in breve VAS) previa individuazione delle opere soggette alla Valutazione di ImpattoAmbientale (in breve VIA).
Le sedute si sono svolte nelle giornate del 3, 5, 22 e 26novembre, 12 e 30 dicembre 2013.
Gli elementi che saranno esposti nel prosieguo della trattazione, sono confortati dalledichiarazioni rese avanti a questa A.G. Da coloro che hanno partecipato alla Conferenza
deiServizi:...................................................................................................................................
Il primo elemento rilevante è che i lavori della Conferenza dei Servizi si sono svoltivelocemente, in poco più di 20 gg., nel rispetto di precise indicazioni dettate dal Comune
di Torino che aveva richiesto la conclusione della procedura tassativamente entro il 30 dicembre.
Bisogna ricordare che senza la conclusione dei lavori non sarebbe stato possibileaggiudicare i diritti sull'area perché le offerte, raccolte in busta chiusa, si sarebbero potuteaprire solo al termine della modifica dell'Accordo di Programma .
In merito alla celerità dei lavori, convergono le dichiarazioni rese da tutti coloro chehanno partecipato alla Conferenza dei Servizi, .. . Le motivazioni erano legate alle esigenze di bilancio, considerato che l'assegnazionedei diritti di superficie sull'area ex Westinghouse avrebbe potuto comportare
l'accertamento di somme (entrate) sul bilancio comunale.
. dirigente, nel corso della seduta della Conferenza dewi Servizi, tenutasi il 13novembre (alleg.55) aveva fatto presente che la Città di Torino  richiedeva tempibrevissimi vista la necessità di completare le procedure  del bando (si riferiva all'astapubblica) conseguente alla variante urbanistica, entro la fine  dell'anno, per le ricadute chequesta operazione avrebbe avuto sul bilancio del Comune di Torino.
Il rispetto dei termini, come unanimemente riconosciuto dalle persone escusse, hacondizionato di certo l'esito dei lavori.
Infatti, nel corso delle riunioni (allegati dal 54 al 59), sia i rappresentantidella RegionePiemonte che quelli della Provincia sollevarono alcune  eccezioni, soprattutto perché la
documentazione messa a disposizione dalla Città era piuttosto lacunosa, o meglio, nonnecessariamente particolareggiata, e questo era stato fatto presente sin dalla prima riunione.
Necessitavano dettagli per conoscerele volumetrrie, anche di massima, delle struttureche sarebbero state realizzate (centro congressi e centro com merciale), bisognava avere una
visione urbanistica d'insieme, occorreva che gli elementi urbanistici fossero determinati enormati con maggiorev precisione soprattutto in relazione all'interesse pubblico, occorreva indicare per le varie destinazioni d'uso un range volumetrico, era necessario conoscerela valutazioni fatte dalla Città in merito all'opportunità di di realizzare il Centro Congressivista la presenza sul territorio di altre strutture similari, era necessario approfondire glielementi di tipo urbanistico e quelli di carattere ambientale, soprattutto per la procedura VAS, e quindi capire se la variante contenesse opere da assoggettare a VIA, occorrevaaspprofondire la risoluzione di problemi legati alla viabilità e al traffico in una zona già congestionata, analizzare attentamente la compatibilità acustica, e tanto altro.
A queste richieste il Comune di Torino, anche attraverso il parere di esperti in materia,fece presente che le questioni sarebbero state affrontate successivamente, alla luce degli
elementi di dettaglio forniti dallo Strumento Urbanistico Esecutivo, anche perché non era possibile prefigurare, in presenza di un bando pubblico (asta), una determinata soluzioneprogettuale.
In definitiva, non sussistevano le condizioni perché la Conferenza dei Servizi potesse esprimersi con dovuta attenzione e serenità sulla variante in argomento.
Il tema più delicato era senza dubbio l'impatto ambientale e, quindi, la verifica diassoggettabilità a VAS.
Qui emergono le contraddizioni più sostanziali.
E' certo che la previsione in una variante urbanistica di un centro commerciale e diparcheggi di oltre 500 posti comportano tout court l'obbligo di sottoposizione a VAS.
Nel caso esaminato, la previsione di un'area ASPI di 10.000 mq di SLP, pur in assenzadi una formale classificazione in tal senso ai sensi delle disposizioni regionali, è sicuramente tale da prefigurare l'esistenza di un centro commerciale..... Superato il tema dell'eventuale reato di turbativa d'asta con la sentenza di avvenuta prescrizione, restano questi elementi, avvallati dalla valutazione dell'autorità giudiziaria, che indicherebbero una procedura decisionale urbanistica non adeguata.
Mentre nei rilievi avanzati dalla Novacoop autrice sia dell'esposto giudiziario sia del ricorso al TAR si fa riferimento essenzialmente ad una omessa apertura di VIA che sarebbe
stata invece implicata dall'edificazione commerciale prevista, sembra chiaro che se fossestata messa in opera la Valutazione di Impatto Ambientale, ben difficilmente la
previsione di cancellazione di un'area verde avrebbe superato l'esame.
E' necessario che tutti i componenti dell'Amministrazione Cittadina, Sindaco, Giunta e Consiglieri, riesaminino a fondo la vicenda e giudichino se, anche senza considerare gli
aspetti giuridici e formali, non sia stato deliberato un vistoso peggioramento nella qualitàurbana di Torino, sia nell'assetto di quartiere, sia anche nella percezione del gran numero
di cittadini che percorrerà corso Vittorio Emanuele II.
E ciò, fra l'altro, non solo in contrasto con affermazioni mille volte ripetute di voler applicare ed anzi potenziare il Piano Regolatore vigente nelle previsioni su quantità e qualità
del verde urbano, ma  con evidente compromissione del prestigio della Città, qualora si dessecorso a tale progetto, e verosimile possibile constatazione che si tratti di un caso
assolutamente unico nell'urbanistica italiana di questi anni, di vendita di un ampiogiardino pubblico per erigere un centro commerciale.
Senza necessariamente fare il processo alla non adeguata sensibilità ai valori ambientalidelle passate Amministrazioni, ed alle considerazioni di bilancio che le avrebbero indotte a
vedere pseudo stati di necessità, c'è adesso la necessità di correggere questo errore, edanche la possibilità per la Città di trarre prestigio da questo ravvedimento.
Ora come ora, visto lo stato di precaria salute economica dei centri commerciali, e la molto dubbia redditività di un centro congressi da cinquemil a posti quale quello implicato
nel progetto, potremmo persino pensare che Esselunga, l'attuale proprietaria delle aree implicate non abbia nessuna fretta per l'attuazione, e che considererebbe un ridimensionamento del progetto e ritrasferimento della proprietà del giardino al Comune,naturalmente dietro corresponsione di un prezzo proporzionale .
Tenendo conto di spese previste dal Comune per iniziative riconducibili a qualitàambientale e paesaggio urbano, sembra che questa risulterebbe compatibile ma anche certo
prioritaria ed eventualmente alternativa ad altri interventi che vengono annunciati.
Per cogliere meglio quello che può essere descritto come un processo involutivo delle decisioni urbanistiche di qualità ambientale nelle aree centrali vediamo la successione di
decisioni dalla elaborazione del Piano Regolatore poi promulgato nel '95 in poi.
Nel preliminare del Piano Regolatore presentato nel dicembre 1991 veniva immaginatala completa demolizione delle Carceri Nuove e delle Officine Grandi Riparazioni Ferroviarie (OGR), con edificazione di un ampliamento del Politecnico su buona parte dellearee OGR, e formazione di un vasto parco su tutto il resto dell 'area demolita, cioè totalitàdell'area delle Nuove ed il resto dell'area OGR.Ecco come si sarebbe presentata l'area centrale fronteggiante corso Vittorio, con continuità di area a parco tra corso Castelfidardo fino a corso Ferrucci.
L'Architetto Cagnardi, autore del progetto del Piano Regolatore, vi vedeva il futuro Central Park di Torino. Indubbiamente considerava sacrificabile a questo fine la
testimonianza storica delle Carceri Nuove e delle OGR, ed è comprensibile che in seguito le autorità di tutela dei Beni Culturali abbiano indotto alla conservazione di questi monumenti.
Sta di fatto che una grande prospettiva di presenza di verde venne così fortemente ridimensionata, e sarebbe dovuto apparire illimitatamente ovvio dover ottenere il meglio da
quello che restava.
Perché, una volta decisa la sopravvivenza delle Nuove, l'aspetto del fronte su corso Vittorio era destinato a mantenere la sua storica severità e tanto più importante era che
almeno gli spazi alberati già presenti della Caserma Lamarmora costituissero un parco che sarebbe stato l'unico di questa parte della città.
Poi però sembrò che creare impianti sportivi fosse prioritario, e la metà dell'area della caserma verso corso Ferrucci fu a questo destinata. Mentre  la parte est verso via Borsellino
ricevette scarsissima attenzione come giardino pubblico e veniva in parte adibita ad usi vari provvisori come supporto a vicine attività di cantiere mentre il controviale attiguo divenne
terminal di bus a lunga percorrenza.
Così come si può constatare, a prescindere dai pregressi e dimenticati grandiosi progettidi verde, Central Park ecc., questo negletto giardino è l'u nico vero spazio verde presente
in questa parte della città.
E presentando molti grandi alberi e piacevoli prati ha già una buona fruibilità, mentrenon comporterebbe spese importanti qualche opera di miglioramento a favore dei vari segmenti del pubblico.
Cementificare questo giardino, o diciamo piccolo parco, oltre che un violento vulnus ambientale e una innegabile sottrazione di vivibilità per gli abitanti della zona,
configurerebbe per l'immagine della nostra città una patente di disinvolta negligenza nellagestione del paesaggio urbano, proprio mentre si cerca di promuovere Torino come meta di turismo culturale e di felice connubio di natura, testimo nianze storiche e architettura.

L'Amministrazione, accettando di riconoscere questa realtà, e senza neanche bisogno didiffondersi in scuse per passate distrazioni, può e secondo  noi deve fare i passi necessari per
correggere questo errore, e una tale scelta, comunque indispensabile nell'interesse deicittadini, andrebbe certo a vantaggio del prestigio della città sotto ogni profilo.
Potremmo maliziosamente osservare che se finalmente si mettesse su questa strada conuna adeguata regia di narrazione potrebbe persino, non importa con quale legittimità, evocare una tradizione di difesa dei valori urbani che in realtà da molti decenni ha avuto pecche importanti.
Mentre il dare seguito all'attuale infelic e progetto sfocerebbe verosimilmente inrecriminazioni interminabili, con l'imbarazzo perenne di una testimonianza materializzata di
sciatteria urbanistica.
E' veramente importante, e per fortuna possibile su un tema così trasversale, che tutti i cittadini attenti alla qualità ambientale ed ai veri interessi di Torino chiedano con forza
all'Amministrazione la ricontrattazione del rapporto con gli attuali proprietari e larestituzione all'uso pubblico di questo giardino nella sua integrità.

PROPOSTA DI DELIBERAZIONE DI INIZIATIVA POPOLARE
OGGETTO: Proposta di sostituzione dell'Art.45 del Regolamento del Verde pubblico e privato della
Città di Torino N. 317

Il Consiglio Comunale di Torino,
Premesso che:
E' evidente nella percezione generale della cittadinanza l'importanza della presenza nelle alberate di alberi adulti, di buone dimensioni, naturalmente per l' espressione estetica ambientale e l'effetto di ombreggiatura, immediatamente percepibili, ma anche per la consapevolezza delle prestazioni ecosistemiche peculiari dei grandi alberi, assorbimento di CO2 con la massa foliare anche dopo che la pianta ha raggiunto le massime dimensioni, raffrescamento e umidificazione dell'aria, filtraggio di inquinanti.
Perciò non appaiono condivisibili i progetti di abbattimento e sostituzione di intere alberate, indipendentemente dalle condizioni di salute e stabilità, nemmeno se consentissero economia nei lavori, vantaggi futuri nella manutenzione, mettessero completamente al sicuro contro i rischi di schianto, ed evitassero supposti squilibri estetici della coesistenza di grandi alberi e piante giovani di modeste dimensioni.
In realtà alberi adulti di accertabile stato di salute e stabilità presentano rischi modesti,assolutamente inferiori ai vantaggi di mantenerli in vita finché  le loro condizioni non diventino
effettivamente precarie, mentre il supposto inestetismo della coesistenza di piante di diverse dimensioni sarebbe irrilevante rispetto all'aspetto dell'alberata mortificato per vari decenni per la presenza di sole piccole piante giovani.
Inoltre questo abbattimento di piante sane adulte non solo priverebbe della loro presenza estetica e dell'ombreggiamento, ma delle loro varie funzioni ecosistemiche predette, cioè assorbimento di CO2 con la massa foliare, umidificazione dell'aria e raffrescamento, filtraggio di inquinanti, capacità di assorbimento e rallentamento delle acque meteoriche (pioggia) evidentemente molto meno esercitate dalle piante giovani.
Si rende perciò necessaria una modifica dell'art. 45 del Regolamento del Verde Urbano, che escluda interventi di abbattimento e sostituzione complessiva di un'intera alberata, mentre evidentemente vanno resi più capillari gli interventi di ricognizione individuale sulla salute dei singoli  alberi.
Tutto ciò premesso il Consiglio Comunale 

DELIBERA 

la sostituzione integrale del vigente art. 45 del regolamento del verde pubblico e privato della città di Torino N. 317: "Il rinnovo delle alberate" con il seguente testo così titolato: "Manutenzione e sostituzione di piante delle alberate": 

Articolo 45
Manutenzione e sostituzione di piante delle alberate
La sostituzione progressiva delle piante delle alberate trae origine da alcune importanti considerazioni:
1) i vegetali sono esseri viventi ed in quanto tali hanno un ciclo vitale variabile secondo la specie ma comunque non infinito ed in ambiente urbano molto più ridotto che in condizioni normali;
2) le alberate sono consociazioni coetaneiformi e quindi artificiali ed in quanto tali destinate o alprogressivo diradamento o al passaggio ad una struttura disetanea.
3) il progressivo invecchiamento delle piante presenti determina in modo vario tra i singoli esemplari una maggiore propensione alle malattie ed a causa di numerosi danni loro inferti dalle attività umane, produce progressivamente una perdita dei necessari parametri di stabilità meccanica e aumenta il pericolo per l'incolumità dei cittadini;
4) lo sviluppo urbano continua a provocare la riduzione degli spazi fisici necessari al loro sviluppo e la perdita di fertilità e degli altri requisiti agronomici necessari del terreno che deve sostenerli e alimentarli.
Tenuto conto delle considerazioni precedenti, si rende necessario il monitoraggio periodico delle condizioni delle singole piante per valutarne le condizioni di degrado e di elementi concorrenti al rischio di alterata stabilità meccanica, situazione stabilita con le opportune verifiche attuate con le più moderne tecniche disponibili di controllo, al fine di valutare scientificamente e dimostrare il reale e progressivo aumento dei rischi di schianto per i soggetti interessati. Non è ammissibile la sostituzione di un'intera alberata o di un tratto di essa se non in presenza di effettivo rischio di schianto di ogni albero della suddetta. Saranno abbattuti e sostituiti solo gli alberi in tale situazione.
Sono comunque sempre ammessi gli interventi sulla alberate connessi con la difesa sanitaria stabilita dalle norme regionali e nazionali.
Di ogni singola decisione di abbattimento per le necessità su riferite deve essere data immediata comunicazione alla cittadinanza.
Per gli alberi facenti parte dei viali alberati storici di Torino, come individuati dal Decreto Ministeriale n. 80 del 1964, integrato con successiva addizione di corso Marconi, qualora si ipotizzino interventi eccedenti la manutenzione ordinaria, questi devono essere sottoposti al parere obbligatorio della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino.
In particolare non si dovrà procedere alla sostituzione di una intera alberata o di parte di essa sulla base di valutazioni di razionalità economica per l'attuazione dei lavori, stante l'importanza di mantenere con gli alberi non valutati a rischio di schianto un presidio di caratteristiche di qualità ambientale, presenza ornamentale, ombreggiatura, umidificazione e raffrescamento, assorbimento di CO2 con la massa foliare, assorbimento di inquinanti, capacità di assorbimento e rallentamento delle acque meteoriche (pioggia).
Nel caso in cui si evidenzi per rischi di schianto l'esigenza di sostituire numerose piante di
un'alberata, le strategie da adottare sono le seguenti:
1) analisi del contesto storico ed architettonico del sito;
2) analisi della situazione fitopatologica e statica di ogni pianta;
3) scelta delle specie da impiantare;
4) pianificazione dell'intervento congiuntamente al restante contorno urbano per ridefinire l'utilizzo degli spazi disponibili restituendo ai soggetti arborei lo spazio necessario alla loro crescita secondo le indicazioni di cui agli articoli 28 e 29 del presente regolamento;
5) programmazione dell'acquisto dei nuovi soggetti arborei che all'impianto dovranno avere
circonferenza minima di cm 40-45 ed altezza non inferiore a 8-10 metri per le specie di 1^ e 2^ grandezza;
6) verifica della possibilità di utilizzo di soggetti arborei giovani ubicati in altre aree verdi con sesto diimpianto da diradare, utilizzando la tecnica dei grandi trapianti meccanizzati.
7) "Tutti  i nuovi interventi che si svolgono in capo ai Settori Mobilità e Viabilità nel contesto di viali alberati, rotonde alberate, parcheggi e aree mercatali alberate, dovranno obbligatoriamente essere realizzati sulla base ai criteri di ristabilimento della permeabilità delle banchine e delle pavimentazioni circostanti, ristabilendo pavimentazioni traspiranti, proteggendo la Zona di Pertinenza dell'Albero (ZPA), e rimuovendo coperture asfaltate o cementate, nel rispetto degli articoli 28-30 del vigente Regolamento"
8) Coinvolgimento attivo dei cittadini nella progettazione dell'intervento, tramite i loro Comitati, le Associazioni ambientaliste, le Circoscrizioni e collegamento con la Consulta Ambiente e Verde del Comune di Torino

 

 

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