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VALLE': UN PARCO PER LE CIME BIANCHE

 

Fermare il maxi-comprensorio sciistico tra il Monterosa Ski e il Cervino, bloccando la costruzione della telecabina nel vallone delle Cime Bianche. Per farlo, il comitato Ripartire dalle Cime Bianche promuove la costituzione di un Parco naturale del Monte Rosa. La raccolta delle sottoscrizioni – l’obiettivo è di raccogliere 10 mila firme – e dei fondi – 10 mila euro – prenderà il via martedì 5 agosto, durante un incontro in programma alle 21 nella sede dei vigili del fuoco volontari di Champoluc, ad Ayas. Il comitato è tra i soggetti che si battono contro l'ipotesi di collegamento intervallivo nei comuni di Ayas e di Valtournenche. Secondo i promotori dell'iniziativa – i primi firmatari sono l’ornitologo Massimo Bocca, l’archeologo Mauro Cortelazzo, il referente del comitato Marcello Dondeynaz, lo studioso della civiltà walser Michele Musso e Rodolfo Soncini Sessa, già professore di Gestione delle risorse naturali al Politecnico di Milano – un Parco sul versante meridionale valdostano del Monte Rosa, esteso tra Valtournenche, Ayas e Gressoney-La-Trinité, «rafforzerebbe la tutela della biodiversità in linea con le strategie europee».

“Conservazione della biodiversità, insediamenti walser, attività minerarie del passato”

Il Parco «porterebbe significativi vantaggi, tra cui la creazione di posti di lavoro qualificati e stabili, lo sviluppo del turismo sostenibile durante tutto l'anno e il recupero di pascoli e alpeggi storici. Favorirebbe la ricerca, la divulgazione scientifica e la creazione di percorsi tematici ed ecomusei per valorizzare il patrimonio geologico e culturale». Nell’appello si legge ancora: «L'intera area è designata come sito Natura 2000 degli Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa per la sua cruciale importanza nella conservazione della biodiversità europea». Inoltre, «geologicamente, è un mosaico complesso e affascinante, con rocce metamorfiche variegate e le particolari formazioni calcaree delle Cime Bianche, considerate testimoni dell'antico oceano Tetide». Nascerebbe un «museo a cielo aperto» con «una fauna che include specie protette come aquila reale, gipeto e stambecco». La sua storia «è segnata dagli insediamenti walser, da antiche vie di comunicazione, dall'imponente acquedotto ru Courtod e da passate attività minerarie».



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