REGIONE: ITALIA NOSTRA IN AUDIZIONE

Come preannunciato, si è svolta mercoledì ultimo scorso l'audizione di Italia Nostra presso la Commissione del Consiglio della Regione Piemonte. Scopo dell'audizione era quello di acquisire elementi di valutazione e di giudizio in sede di esame del testo della proposta legislativa presentata dal gruppo PD in Consiglio, mirante alla regolamentazione degli insediamenti logistici. La delegazione di Italia Nostra era composta dal suo Presidente Regionale Adriana My e dalla Consigliera Maria Teresa Roli. L'occasione ha consentito a Italia Nostra di esporre ampiamente, attentamente seguita, il punto di vista dell'Associazione rispetto alla proposta in esame, proposta che era stata fatta oggetto di una riunione della Associazione nella scorsa settimana al fine di definire la posizione poi assunta. In calce a questo post pubblichiamo integralmente il testo del documento che è stato illustrato in audizione e che, insieme a quello che contiene una proposta di sostanziale emendamento al testo legislalativo in discussione, è stato prodotto e viene trasmesso alla Commissione e ai Gruppi Consiliari.
ITALIA NOSTRA APS
CONSIGLIO REGIONALE DEL PIEMONTE
OGG:Proposta di legge regionale 15 ottobre 2024, n. 54 “Norme per la pianificazione degli insediamenti logistici a rilevanza sovracomunale”
Audizione presso la Commissione Consiliare del 15/01/2025
Prot 1/2025
Torino, 17/01/2025
La proposta di legge contenente norme finalizzate a pianificare gli insediamenti logistici in Piemonte, meritevole nei suoi dichiarati intenti, interviene in una fase di forte domanda di tali insediamenti, non certamente recente e che non sembra al momento flettere.
Purtroppo tardivamente si vorrebbe porre una regolamentazione, ma ben venga comunque se i dichiarati intenti trovano poi nel testo una coerente declinazione.
Sotto questo ultimo profilo, la nostra lettura della proposta vuole porre l’attenzione su di un insieme di criticità in essa presenti, criticità che, ove non corrette, rischiano di produrre un testo la cui applicazione potrebbe paradossalmente provocare (quanto meno nel breve e medio periodo) effetti ben diversi da quelli che gli intenti affermano, persino opposti. Nostra volontà è quella di rappresentare questi effetti distorsivi, al fine di introdurre e/o modificare la proposta per evitarli.
L’apporto collaborativo e critico che Italia Nostra vuole presentare in audizione davanti alla Commissione, si concreta perciò nel testo emendato che viene messo a disposizione, e che tende a evitare o quantomeno minizzare, i gravi rischi che a nostro giudizio e dal nostro punto di vista di associazione di tutela paesaggistica, il disegno di legge così come redatto contiene.
Quanto premesso, se l’intento normativo è quello di affidare al
sistema delle Province e della Città Metropolitana l’onere di
mandare a regime la legge attraverso una
pianificazione di
settore da inserirsi nei rispettivi Piani Territoriali, se, lo
ripetiamo, questo è l’intento, esso deve innanzitutto
confrontarsi con una dato di realtà.
Nessuno degli Enti territoriali interessati ha ad oggi adempiuto all’obbligo di adeguare il proprio strumento di pianificazione territoriale (un ente non lo ha mai neppure approvato) alla strumentazione pianificatoria sovraordinata, men che meno a quello che è lo strumento che dovrebbe stare al vertice di una pianificazione a cascata, quale è il Piano Paesaggistico Regionale, mentre in questa fase è ancora in itinere il nuovo PTR a cui spetterebbe dare una direttiva aggiornata rispetto anche alla pianificazione logistica. Si scontano pertanto ritardi e insufficienze pianificatorie di carattere generali che dovrebbero invece essere utili, se non persino indispensabili, per affrontare questa pianificazione di settore .
A nostro fondato giudizio pertanto, qualsiasi pianificazione settoriale dovrebbe, prima o contestualmente, vedere l’adeguamento dello strumento entro il quale inserirsi, cioé quel PPR di cui sì la proposta fa cenno, ma nella prospettiva di un adeguamento parziale che sembrerebbe limitato ad una verifica di compatibilità con i singoli Ambiti Logistici da prevedersi. Ci pare che questa dovrebbe essere invece l'occasione per dare una svolta decisa al corretto recepimento del PPR, imponendolo a monte di ogni nuova pianificazione settoriale.
Ma se questo è un aspetto, quello del rispetto della tempistica assegnata per attuare la prevista pianificazione logistica è forse ancora l’aspetto più critico.
Seppur temperato dalla previsione di un possibile commissariamento ad acta per i casi di inadempienza ( in concreto poco o per nulla di fatto attuabile) la proposta di legge prevede una finestra temporale entro la quale si colloca un regime transitorio che non sappiamo in realtà quanto ampio, ma immaginiamo amplissimo e che, in concreto, sarà quello che regolerà la materia per diversi anni in attesa della futuribile pianificazione territoriale.
A nostro giudizio nulla di più sbagliato.
Il regime transitorio, così come congegnato, innescherà un' inflazione di domande per nuovi insediamenti (sollecitate dai rischi di una possibile restrizione futuribile), riversando le domande su di un assetto pianificatorio inattuato e perciò incapace di darne ordine, regolarne il flusso, disciplinarne i tempi.
L’accordo di programma previsto nella fase transitoria diventerà con molta probabilità lo strumento “notarile” attraverso il quale veicolare le nuove domande, difficilmente capace di inserire le richieste in un disegno ordinato e coerente.
Non è difficile immaginare la mole di nuove istanze che il regime "transitorio" sarà capace di attivare, inflazionando ancor più quella che già é un'ondata che investe i territori agricoli e pianeggianti, modificando i quadri paesaggistici storici e consolidati, restringendo i territori dedicati all'agricoltura, (mentre è essenziale la salvaguardia dei territori dedicati a produzioni di eccellenza quali quelli risicoli e vitivinicoli, laddove per salvaguardia non si deve intendere soltanto la intangibilità delle aree dedicate, ma il quadro paesaggistico d'insieme entro cui si collocano, ponendo attenzione anche agli effetti impattanti della infrastrutturazione viabile che la logistica impone e ai volumi di traffico che genera) incrementando la rete viaria infrastrutturale, occupando nuovo suolo libero, ponendolo a servizio dei nuovi investimenti logistici, "condannando" il Piemonte a svolgere una funzione "privilegiata" di retro porto di Genova e dell'intero sistema portuale Ligure, magazzino del e-commerce a bassa intensità di lavoro, a ancor più bassa qualità di lavoro, energivoro di suolo e di qualità dei paesaggi. Una prospettiva di sviluppo economico che a noi non pare allettante.
Tutto ciò è francamente inaccettabile e deve essere evitato.
Gli emendamenti fondamentali che abbiamo apportato alla proposta di legge tendono perciò a eliminare, per quanto possibile, i rischi concreti che abbiamo espresso, individuando altre soluzioni.
1) Obbligatorio censimento di tutti i siti esistenti inutilizzati. (Senza conoscere non si può deliberare), ponendo la questione del riuso, della decostruzione, della bonifica e rinaturalizzazione dei siti dismessi, al centro della pianificazione logistica.
2) Contenimento generale delle soglie da cui ed entro cui applicare la normativa logistica.
3) Radicale riscrittura di parti strutturali del testo, ponendo alla Pianificazione Territoriale Provinciale l’onere di procedere alla pianificazione logistica in uno con l’adeguamento generale alla Pianificazione Paesaggistica.
4) Cancellazione della previsione del Commissariamento ad acta.
5) Restrizione delle norme transitorie, sia con l’abbassamento ulteriore delle soglie rispetto a quelle a regime, sia con indicazione di termini perentori per l'attuazione della legge, sanzionando con il blocco delle istanze l’eventuale inadempimento o ritardo.
6) Modifica di alcune previsione premiali, favorendo maggiormente processi di decostruzione e riduzioni di occupazioni di suolo.
7) Obbligatorietà dell’allestimento dii impianti di produzione ad energia rinnovabile sulle coperture dei fabbricati logistici.
8) Puntuali correzione e modifiche di testo al fine di migliorarne la comprensione, evitare sviamenti o interpretazioni fuorvianti, privilegiando la certezza normativa.
Vorremmo che il nostro contributo, coerente con la ragione di esistere e la missione della nostra storica Associazione, venisse attentamente fatto oggetto di esame e di valutazione prima che il testo della proposta sia portato in aula per la discussione e il voto.
Vi ringraziamo per l'attenzione.
Il Presidente del Consiglio Regionale di Italia Nostra
Prof. Adriaana Elena My
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