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SALVIAMO I PRATI STABILI, I PASCOLI E I PASTORI


Oltre 30 università, istituti, centri di ricerca e organizzazioni della società civile presentano il manifesto per la rinascita delle terre alte e la rigenerazione delle pianure
Il prato stabile è l’emblema del perfetto equilibrio tra natura ed esseri umani, tra rispetto dell’ambiente e produzione. Un patrimonio ambientale, sociale, culturale ed economico che può cambiare il futuro delle terre alte, ma anche rigenerare i terreni esausti delle pianure.

Sono queste le prime parole del manifesto Salviamo i prati stabili, i pascoli e i pastori, per la rinascita delle terre alte e per la rigenerazione delle pianure firmato da oltre 30 università, istituti, centri di ricerca e organizzazioni della società civile italiana, che si impegnano, insieme, a sviluppare e sostenere iniziative, progetti, ricerche, campagne, per salvare i prati stabili e i pascoli montani dall’abbandono, per ripristinarli dove sono andati perduti, per favorire l’adozione di politiche e normative che sostengano chi li custodisce, per promuovere i prodotti che se ne ricavano, per promuovere i prodotti che se ne ricavano.
Con il manifesto, presentato ufficialmente in occasione dell’inaugurazione della quattordicesima edizione di Cheese, la manifestazione di Slow Food e Città di Bra che apre oggi e si tiene fino a lunedì 18 settembre, le organizzazioni vogliono mettere in evidenza le ricadute positive che la tutela dei prati stabili determina a trecentosessanta gradi, da un punto di vista climatico e ambientale, ma anche economico e sociale, sia nei territori di pianura, intaccati dall’avanzare della cementificazione e impoveriti da pratiche produttive insostenibili, sia nelle terre alte, in sofferenza per l’abbandono delle aree interne.
Il manifesto è stato consegnato al Ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, al presidente delle Regione Piemonte, Alberto Cirio, e alle altre istituzioni presenti all'inaugurazione.
Da oggi l'adesione al manifesto è aperta a tutti, dalle istituzioni a tutti i livelli alle associazioni, alle aziende private ma anche ai singoli individui.


Ecco i primi firmatari
Slow Food Italia
Università degli Studi di Torino - DISAFA, Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali
Università degli Studi di Torino - DSV, Dipartimento di Scienze Veterinarie
Università degli Studi di Palermo - Centro Interdipartimentale di Ricerca “Riutilizzo bio-based degli scarti da matrici agroalimentari”
Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo
Università degli Studi di Teramo (Rettore)
Institut Agricole Régional della Valle d’Aosta
Istituto Alcide Cervi - Scuola di paesaggio “Emilio Sereni”
ICPI, Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale
Legambiente
Lipu, Lega Italiana Protezione Uccelli
Italia Nostra
Riabitare l’Italia
Federparchi-Europarc Italia
Parco Nazionale Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna
Uncem, Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani
Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo
Oltreterra
Fondazione Alberitalia
Associazione delle Casare e dei Casari di Azienda Agricola
Rete Appia, rete italiana della pastorizia
Anfosc, Associazione Nazionale Formaggi Sotto il Cielo
Veterinari Senza Frontiere
Osservatorio Nazionale Miele
Associazione Regionale Produttori Apistici del Piemonte (Aspromiele)
Associazione Italiana AgroForestazione
Associazione Nazionale Produttori per l’Agricoltura Organica e RIgenerativa
Agricoltura Simbiotica
Deafal Ong
Consorzio La Granda
Associazione Razza Bovina Maremmana
Consorzio di tutela dell’agnello del Centro Italia (IGP)
Goodland
Canale Ecologia

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