PIEMONTE: IL RISCHIO INCOSTITUZIONALE SULLA LEGISLAZIONE URBANISTICA.
Il coordinamento delle Associazioni ambientaliste: Salviamo Il Paesaggio/ Pro Natura/ Legambiente Piemonte/Italia Nostra Piemonte, con una articolata e documentata nota, indirizzata a tutti i soggetti istituzionalmente coinvolti dell'Ente Regione Piemonte, a partire dal Presidente della Giunta, hanno sollevato il problema della attuale vigenza della L. R. 7/2022 che è stata fatta oggetto di impugnativa davanti alla Corte Costituzionale, in tante delle sue parti, da parte del Governo Nazionale. Nonostante che, a fronte di rilievi di grande spessore, il Governo regionale si fosse impegnato, al fine di evitare un giudizio di possibile incostituzionalità, a presentare un disegno di legge modificativo della legge 7/2022, pur avendolo fatto nel corso del giugno scorso, ora vi è il rischio concreto che tale disegno di legge venga vanificato per iniziativa del Presidente della II Commissione, già relatore della legge 7/2022.Il documento sottoscritto dalle Associazioni richiama i rischi che una pronuncia di incostituzionalità comporterebbe e, contesta l'iniziativa dell'Assessore con delega alla pianificazione che minimizza tali rischi, mentre chiede che, invece, il disegno di legge, concordato con il governo nazionale, venga portato rapidamente in aula per la sua approvazione .
Pubblichiamo il comunicato stampa.
COMUNICATO STAMPA
La
legge piemontese impugnata dal Consiglio dei Ministri torna a correre
in consiglio regionale
Il
Coordinamento dei Comitati piemontesi del Forum “Salviamo il
Paesaggio - Difendiamo i Territori” - congiuntamente a Pro Natura
Piemonte, Italia Nostra Piemonte e Legambiente Piemonte - ha
provveduto a trasmettere all'amministrazione regionale un documento
in cui si evidenziano i rischi derivanti dal non voler approvare le
modifiche alla L.R. 31 maggio 2022 n. 7 (“Norme
di semplificazione in materia urbanistica ed edilizia”)
così come come concordate con gli Uffici ministeriali (Disegno di
legge regionale 267/2023 presentato dalla stessa Giunta regionale lo
scorso 15 giugno) al fine di eliminare le pesanti questioni di
legittimità costituzionale persistenti.
Già
impugnata lo scorso anno dal Governo con una apposita Delibera del
Consiglio dei Ministri, la norma è ora avviata in Commissione
regionale per l'approvazione di una serie di modifiche, proposte dal
Consigliere regionale Marin, che non sembrano però rispondere ai
profili di incostituzionalità segnalati e favoriscono così la
concreta eventualità di un intervento della Corte Costituzionale e
di possibili ingenti richieste di risarcimento danni da parte di chi
nel frattempo dovesse avere utilizzato la legge (che - è opportuno
ricordarlo - risulta attualmente in vigore, nonostante i gravi
richiami del Governo).
Si tratta, pertanto, di una
situazione particolarmente delicata sia sotto il profilo giuridico ed
urbanistico-ambientale e sia sotto quello finanziario, che le
associazioni hanno approfondito nella nota evidenziando effetti e
problematiche conseguenti ad una eventuale sentenza di
incostituzionalità emessa dalla Corte Costituzionale sulle norme
impugnate della L.R. 31 maggio 2022 n. 7.
In conclusione,
ricordando le responsabilità individuali degli amministratori per
eventuali prevedibili danni che potrebbero ricadere sulle spalle
degli operatori (privati e pubblici) "legiferando per
tentativi", viene suggerito all'Ente regionale di chiudere
questa incresciosa vicenda, provvedendo a promulgare il Disegno di
legge regionale n. 267 così come ora formulato e concordato con i
competenti Uffici ministeriali, al fine di non far rischiare
ulteriormente gli ignari utilizzatori delle norme impugnate.
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