Venerdì 16 giugno, la trasmissione di Spazio Libero TV realizzata con Italia Nostra
sarà dedicata alla salvaguardia della Laguna di Venezia.
Italia Nostra in collaborazione con RAI Parlamento ha realizzato una puntata della trasmissione
SPAZIO LIBERO dedicata ai problemi della Laguna di Venezia. Gli
attivisti dell’associazione hanno condotto la troupe della RAI a
esplorare la Laguna, per esaminare i gravi problemi provocati dalla
mobilità e dalla portualità lagunare sui delicati assetti
morfologici e sugli ecosistemi.
A bordo di un bragozzo, barca tradizionale lagunare capitanata da
Cristina Della Toffola, in compagnia di Lidia Fersuoch, consigliere nazionale di Italia Nostra, e di
Silvio Testa, giornalista, Italia Nostra ha documentato lo stato
attuale della Laguna Settentrionale e spiegato la fondamentale funzione
della complessa morfologia lagunare e i rischi della sua scomparsa. La
Laguna, infatti, non è un amorfo invaso d’acque
ma un ambiente canalizzato a ricambio di marea di 550 kmq, formato da
molti elementi a quote diverse: dai profondi canali portuali, ai ghebi
(piccoli canali di poca profondità), ai bassifondi, alle velme (fondali
inclinati che raccordano i bassifondi alle
barene), alle barene stesse (apparati intertidali, cioè a livello della
marea –
tide in inglese – prodigiosi ambienti tabulari vegetati che hanno funzioni plurime nell’ecosistema lagunare).
è stato stimato che nel Seicento le barene coprissero la metà della superficie della Laguna, mentre ora ne restano solo 40 kmq.
La prima tappa ha riguardato la Laguna Nord. Dopo aver percorso i canali che conducono a Torcello, la troupe di
Cristina Petrucci è salita in cima al maestoso campanile della
Basilica di Santa Maria Assunta e ha ripreso dall’alto le barene attorno
all’isola. Dall’alto del campanile si vedono in lontananza le barene
formate nei secoli dal fiume Dese, eccezionale
habitat primario e dunque rarissimo, ora minacciato dalla realizzazione
di un percorso veloce proprio nell’alveo del Dese, a collegamento della
terraferma presso Montiron con Burano.
Il bragozzo è ritornato a
Venezia attraverso i canali trafficatissimi che portano al terminal
aeroportuale di Tessera, destreggiandosi nel forte moto ondoso creato
dai motoscafi grazie alla competenza della “capitana,
per addentrarsi in Laguna Centrale, profondamente modificata
dall’intervento antropico. Ha imboccato il Canale Vittorio Emanuele III,
costeggiando l’enorme discarica delle Tresse, transitando per il Canale
Malamocco-Marghera, detto Canale dei Petroli perché
escavato alla metà degli anni ’60 per mettere in comunicazione il varco
portuale di Malamocco con l’area industriale di Marghera.
A Fusina, Luca Zaggia,
ricercatore del CNR, ha spiegato gli effetti del dislocamento delle
acque al passaggio delle navi (ne sono passate due proprio durante le
riprese), e cioè la movimentazione dei sedimenti
sollevati dalle onde e trascinati in mare. È proprio la movimentazione
dei sedimenti a contribuire all’erosione e all’approfondimento della
Laguna Centrale, con la perdita completa della morfologia lagunare. La
mancanza di apporti solidi di fiumi (deviati
al tempo della Repubblica Veneta) e dei sedimenti marini in entrata
(per la presenza dei moli foranei e ora del Mose) non consente di
ovviare a queste perdite, creando uno squilibrio che si potrebbe ancora
sanare, e si può sanare, come previsto dalle leggi
speciali, restaurando la Laguna con un Piano Morfologico appropriato.
Sperando che la
trasmissione RAI possa contribuire a divulgare la necessità di un
intervento di restauro degli ambienti lagunari, Italia Nostra ricorda
che purtroppo i progetti vanno in direzione opposta: il Commissario
alle crociere sta trasformando la Laguna Centrale e Meridionale in un
grande porto diffuso con ben 7 attracchi per le navi crocieristiche, e
di conseguenza vuole marginare il Canale dei Petroli (che non può
reggere questi impatti) con opere rigide in pietrame
di grande dimensione (materiale vietato in Laguna), progetto che non ha
la valutazione VIA nonostante la legge lo imponga; l’amministrazione
comunale vuole inoltre creare entro l’alveo del fiume Dese in Laguna
Nord un’autostrada acquea che distruggerà l’ultimo
lembo di morfologia lagunare ancora intatto e preservato da millenni.
Un collegamento veloce alternativo fra Burano e la Terraferma è invece
possibile attraverso Tessera.
La trasmissione è
l’occasione per richiedere provvedimenti per riequilibrare la Laguna più
vasta del Mediterraneo con un nuovo Piano Morfologico, e di fermare i
progetti invasivi come il porto diffuso, il marginamento
artificiale del Canale dei Petroli e il canale entro l’alveo del Dese.
La trasmissione SPAZIO LIBERO andrà in onda venerdì 16, alle ore 11.00 sul terzo canale RAI.
Italia Nostra in prima linea per la difesa della Laguna di Venezia
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