ASTI/CUNEO: UN PARERE FANTASMA

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Asti-Cuneo: il caso della documentazione "scomparsa" in una lettera all'Unesco

Il 7 febbraio scorso era comparso sul sito del Ministero dell'Ambiente il parere negativo del Mic (Ministero della Cultura), che il giorno seguente è stato rimosso senza apparente motivazione. Ora la missiva inviata dall'Odp Langhe Roero mentre i referenti locali di Italia Nostra invitano il Comune di Bra a "fare di più"
Il presidente Mallamaci durante l'incontro tenuto ieri Italia Nostra Bra


Nel pomeriggio di ieri, martedì 7 marzo, a Bra si è tenuto un incontro con la stampa organizzato dalla sezione locale di Italia Nostra, per fare il punto della situazione sull’autostrada Asti-Cuneo.
L’occasione è la lettera che nei giorni scorsi l'Osservatorio per la Tutela del Paesaggio di Langhe e Roero – di cui Italia Nostra fa parte – ha inviato all’Unesco per segnalare gli ultimi aggiornamenti sulla questione. Mentre infatti proseguono i lavori nella tratta 2.6b, il 9 gennaio scorso dalla Regione era giunta la notizia che l'atteso progetto per la seconda tratta tra Verduno e Cherasco, denominata 2.6a, aveva ottenuto il parere positivo del Ministero delle Infrastrutture e che nel giro di pochi giorni l'iter per la valutazione di impatto ambientale sarebbe stato completato con l'ultimo benestare mancante, quello del Ministero della Cultura (MiC). Il 7 febbraio sul sito del Ministero dell'Ambiente compare invece il parere del Mic, che il giorno seguente viene rimosso senza apparente motivazione. Per i referenti dell'Odp e di Italia Nostra è stato però possibile scaricarlo mentre era ancora online, e il suo contenuto è stato condiviso coi presenti dal presidente Angelo Mallamaci.
"Ho letto i documenti – ha spiegato ieri Mallamaci –, che testimoniano il grande lavoro dei funzionari: si tratta di oltre 50 pagine con rilievi precisi e puntuali. Il giudizio espresso sulla realizzazione dell’opera è assolutamente negativo. Si indica ad esempio che i documenti presentati sono insufficienti e carenti, e il progetto della variante va in netto contrasto con il piano paesaggistico regionale. Dalla società Itinera, controllata del Gruppo Gavio, ci è sempre stato detto che costava tantissimo il progetto della galleria rispetto a quello esterno, ma la documentazione del Mic sostiene invece quello che noi abbiamo sempre affermato: che il primo era da subito cantierabile".
Quello che preoccupa Italia Nostra sono soprattutto le conseguenze sulla città di Bra: "Anche se l’autostrada non tocca nella sostanza Bra, in verità lo fa a per quanto riguarda l’aspetto paesaggistico. Pollenzo è un nostro gioiello che rischia di subire un forte impatto con l’autostrada. L’altra questione è legata alla mobilità, che non si risolverebbe semplicemente con l’autostrada. Quest’ultima dovrebbe essere gratuita, altrimenti non serve a togliere il traffico, che alla fine grava su Bra. Gli autotrasportatori al momento usano ancora la Statale perché le società per cui lavorano non gli pagano il pedaggio. Il problema del traffico, anche per raggiungere l’Ospedale, si risolverebbe con una mini tangenziale gratuita a Cherasco o Marene".
Mallamaci dunque conclude l’intervento con l’invito al Comune a "muoversi, a fare di più. La nostra impressione è che abbiano accettato la situazione senza entrare nel merito. La relazione del MiC è l’occasione per rimettere in discussione tutto quanto".

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