ASTI/CUNEO: LA POSIZIONE DELLA SOPRINTENDENTE

 Asti-Cuneo, Lisa Accurti: «Sono favorevole all’opera ma i paesaggi vitivinicoli vanno tutelati»

La soprintendente al Paesaggio spiega il perché del parere negativo al completamento dell'ultimo lotto dell'autostrad


La storia della Asti-Cuneo apre un nuovo capitolo. Lunedì partirà un tavolo tecnico che metterà insieme Soprintendenza, progettisti e Regione, dopo il nuovo stop arrivato in questi giorni sulla tratta Verduno-Cherasco, con l’obiettivo di risolvere tutto entro aprile. A spiegarlo è la soprintendente di Asti-Cuneo e Alessandria, Lisa Accurti (da settembre guida anche la Soprintendenza di Torino).

«Noi diamo un parere interno ma il parere finale è della Direzione generale di Roma (al ministero della Cultura, ndr). C’era una carenza documentale rispetto alle fonti normative per la valutazione di impatto ambientale, quindi non avevamo la sicurezza che il progetto fosse della massima qualità per garantire l’inserimento ottimale dell’opera nel contesto del territorio.Sono la prima a sostenere che quell’autostrada sia necessaria, altrimenti il Piemonte meridionale resta in diviso in due».

Il progetto è nato trent’anni fa, perché bloccarlo ora?

«Nel 1993 non c’erano Residenze Sabaude né paesaggi vitivinicoli tutelati dall’Unesco, ma nemmeno un piano paesaggistico regionale. L’ultimo progetto autorizzato risale al 2011, nel 2016 c’è stato uno stop per le coperture economiche, noi non eravamo coinvolti. Nel 2020 si sono attivati per proporre la variante attuale, che era una proposta degli anni ’90 mai arrivata alla progettazione esecutiva».

La documentazione riguarda questa variante?

«Sì. Il Ministro ha detto che il problema è contemperare le due cose: l’infrastruttura e il patrimonio Unesco. Sebbene sia stato frainteso, è un modo per garantire, anche dal punto di vista turistico, il territorio rispetto a un’opera. C’è stato negli anni un riconoscimento del pregio di quell’area (i Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero-Monferrato, riconosciuti nel 2014, ndr), che era già noto ma non ancora istituzionalizzato».

C’era già stato un parere positivo in precedenza?

«Avevamo autorizzato l’opera ma quel tratto doveva passare in galleria. Con la variante in esterno (sono previsti dei viadotti, ndr) si richiede una qualità progettuale altissima che cercheremo di garantire. Lavoreremo in modo che possano produrre la documentazione mancante e dare un parere favorevole. Sono felice che la Regione partecipi al tavolo tecnico, perché anche loro governando il paesaggio con il ministero intendono fare la migliore opera possibile».

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