STATUTO: UNA TESI PER IL NO

 

Il comunicato della  consigliera nazionale Pina Cutolo

Cari soci,

dovrebbe esservi arrivata (o sta per arrivarvi) una lettera di Italia Nostra contenente una scheda di votazione per approvare un “adeguamento dello statuto alla Riforma del Terzo Settore”.
Per chiarezza di comunicazione vi INVITIAMO A VOTARE NO SULLA SCHEDA CHE AVETE RICEVUTO e di seguito vi riportiamo le motivazione e le argomentazioni che ci hanno convinto in questa scelta.
Nella missiva non è spiegato in cosa consista tale adeguamento. La scheda di votazione non è accompagnata dal consueto Bollettino con tutte le spiegazioni del caso ed anche consultando il sito web dell’Associazione non si comprende il perché del voto né quali siano le sue conseguenze.
In primo luogo vi ricordiamo che l’adeguamento al Terzo Settore è già stato fatto nel 2020 con l’approvazione di modifiche obbligatorie allo Statuto attuale che consentono di entrare a tempo debito (si ipotizza tra un anno e mezzo, addirittura nel 2024) nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, di seguito RUNTS, rimanendo ONLUS fino a quando sarà stato approvato dall’Unione Europea il regime fiscale del no-profit (per ora il parere dell’UE non è stato neppure richiesto dal governo italiano).
Con l’approvazione di quello Statuto, predisposto da un notaio esperto della materia, Italia Nostra potrà iscriversi al nuovo Registro come Ente del Terzo Settore (ETS) nella sezione più adatta alla sua natura di associazione eminentemente culturale per la “tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione”, come delineata nell’atto costitutivo dai suoi fondatori (tra i quali Umberto Zanotti Bianco, Elena Croce, Desideria Pasolini, Giorgio Bassani, ai quali subito si unì Antonio Cederna).
Un gruppo di dirigenti dei Consigli Regionali e di Consiglieri Nazionali di recente nomina ha ora inteso rimettere in discussione la scelta del 2020, sostenendo la convenienza della scelta alternativa di qualificare Italia Nostra come Associazione di Promozione Sociale (APS). Vale la pena sottilineare prima di tutto che le APS svolgono attività mutualistiche “in favore dei soci, dei loro familiari e di terzi” (questa è la definizione di legge; difatti non a caso è la qualifica più diffusa tra le associazioni sportive e tra quelle che si occupano di assistenza sociale e/o sanitaria).
Ci sembra dunque che la qualifica di APS sia molto distante dalla natura e dalla storia di Italia Nostra. Si evidenzia inoltre che tutti gli Enti del Terzo Settore possono prendere il 5 x 1000 e i contributi del Ministero per la Cultura quelli che di cultura si occupano, non sembra opportuno propendere verso la scelta di APS in sostanza per la maggiore facilità con cui tali Enti possono, eventualmente, ottenere provvidenze e finanziamenti dalle PPAA statali, regionali e locali.
Al contrario, per esperienza, sappiamo che l’indipendenza dalle Amministrazioni pubbliche locali (Regioni e Comuni in primis) è un valore aggiunto della nostra Associazione a cui non possiamo rinunciare. Così come non possiamo rinunciare all’unitarietà delle azioni per la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico per andare dietro alle richieste autonomistiche provenienti da alcuni gruppi regionali.
Ma la questione che si pone non è solo nominalistica.
Lo statuto frettolosamente predisposto e portato al voto dell’Assemblea presenta modifiche non solo quelle minimali (ossia quelle obbligatorie e consentite per l’iscrizione al RUNTS), ma anche sostanziali, di cui non sono state adeguatamente ponderate le conseguenze sia distorsive sulla natura stessa dell’Associazione, sia negative sulla sua governabilità. Tra le prime evidenziamo l’inserimento di nuove attività all’art.3 ( lett. b, lett. i) che tolgono ad Italia Nostra la sua unicità (tutela del patrimonio della Nazione di cui all’art 9 della Costituzione) e ci equiparano alla pletora delle associazioni ambientaliste (quelle con cui quotidianamente ci confrontiamo perché disponibili alla manomissione del paesaggio e al consumo dei suoli agricoli a favore delle false rinnovabili: si veda la recente presa di posizione sull’eolico selvaggio di alcune associazioni nazionali); tra le seconde: l’innovata e disordinata disciplina dell’Assemblea; la nuova stringente disciplina dei volontari, inadatta ad Italia Nostra; l’incertezza della durata dell’adesione dei soci con ricadute sui termini per il rinnovo dell’iscrizione; l’introduzione di nuovi doveri per i soci, poco compatibili con le intenzioni e le aspettative dei nostri aderenti; la possibilità di esercitare attività diverse da quelle strettamente connesse alle istituzionali, con pericolo di snaturamento della nostra Associazione per inseguire nuovi introiti, senza la necessaria prudenza.
Infine, resta da segnalare che alcune forzature dell’iter approvativo rischiano di riverberarsi negativamente sulle fasi successive della procedura attivata per l’iscrizione come APS, essendo già scaduto il termine per depositare questo Statuto al RUNTS, con il rischio di trascinare l’Associazione in inopportuni contenziosi.

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