URBANISTICA REGIONALE: IL GOVERNO CENTRALE IMPUGNA


L'ultima riforma urbanistica della Regione Piemonte, quella pervicacemente voluta dal Consigliere Regionale Marin, approvata dal Consiglio regionale il 31 del maggio scorso, è stata, pesantemente, sottoposta al vaglio di costituzionalità del Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri e, su proposta del Ministro delle autonomie, è stata impugnata di fronte alla Corte Costituzionale in molti dei suoi articoli, ritenuti viziati per diversi profili di incostituzionalità. Da un lato ce ne rallegriamo, avendo il Consiglio di Italia Nostra Piemonte prodotto il proprio contributo critico indirizzando una sua memoria alla stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri e vedendo che diverse sue tesi sono state recepite nel provvedimento con il quale il Consiglio del Ministri del 28 luglio scorso ha deciso l'impugnativa. Nello stesso tempo valutiamo con grande nostra preoccupazione, persino sconcerto, il modo con cui un Consiglio Regionale ha ritenuto legiferare su una materia complessa e delicata, con tanta indifferenza rispetto ai profili di incostituzionalità che il provvedimento del 28 luglio ha reso evidenti. Certo, il giudizio finale spetta alla Corte Costituzionale che dovrà esprimersi nel merito e, per ora, la legge, con quale rischio di troppo, rimane in vigore, ma un dato emerge con tutta evidenza e, difficilmente, potrà sostenersi la legittimità costituzionale di tanti articoli e commi della legge regionale, quando, ripetutamente, viene violato il principio di prevalenza delle norme del Piano Paesaggistico Regionale, rispetto ad una neo legislazione derogatoria che, ignora gli obblighi di pianificazione in coerenza con il , purtroppo, inapplicato PPR, Piano Paesaggistico che, frutto di una concertata intesa tra Stato e Regione, più e più volte il provvedimento del Consiglio dei Ministri del 28/07, ci ricorda come debba essere, prima di tutto, rispettato e attuato e non possa essere scavalcato da una normativa unilaterale imposta da una legge regionale anche in violazione di altri principi che hanno devoluto alle autonomie locali le competenze e gli obblighi pianificatori. Il Piano Paesaggistico Regionale si rivela dunque strumento principe per la corretta pianificazione e non può e non potrà più essere ignorato come fosse uno strumento inutile e fastidioso. Il tentativo di vanificarne i contenuti attraverso una legislazione derogatoria e liberalizzatrice si sta rilevando un metodo di di governo pericolo e incostituzionale. Il Consigliere Marin deve farsene una ragione, governare non è solo poter fare tutto ciò che si vuole, ma governare è innanzitutto operare con coerenza rispetto ad un quadro normativo sovraordinato che non può e non deve essere ignorato. Il messaggio che ci pare venga è che occorra ripartire da quel documento importantissimo quale è il PPR, per costruire un' urbanistica, anche nuova, ma coerente con la storia del paesaggio di questa regione, con i suoi valori identitari, con le tante necessità di ricucire gli strappi, presenti e passati, a cui il suo tessuto è stato sottoposto, evitando nuove lacerazioni. Un disegno riformatore a cui le autonomie locali dovrebbero essere chiamate in prima persona, con uno sforzo pari e non inferiore a quello che fu ai tempi della prima legge urbanistica regionale, quella legge Astengo che troppi hanno dimenticato, ma che, nello spirito degli amministratori di oggi dovrebbe rivivere, abbandonando le sirene il cui scopo è, come sappiamo, quello di trarre in inganno.

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