AUTOSTRADA ASTI/CUNEO: LE NOSTRE NUOVE OSSERVAZIONI

 



Consiglio Interregionale Piemonte-Valle d’Aosta
Via Massena, n. 71 – 10128 Torino

Tel. 011/500056; email piemonte-valledaosta@italianostra.org

prot. 41/21

ogg. Osservazioni di Italia Nostra, Consiglio Regionale del Piemonte, al
completamento Autostrada AT-CN

 

Torino, 15 dicembre 2021


Spett. Ministero della Transizione Ecologica (MiTE)
Direzione Generale per la Crescita Sostenibile
e la Qualità dello Sviluppo,
Via Cristoforo Colombo, 44
00147 ROMA (RM)
cress@pec.minambiente.it


e p.c. Ministero della Cultura (MiC)
Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e
Paesaggio (DG ABAP)
Via di San Michele, 22
00153 ROMA (RM)
mbac-dg-abap@mailcert.beniculturali.it


pc Alla Soprintendente Archeologica Belle Arti e Paesaggio
per la città metropolitana di Torino
mbac-sabap-to@mailcert.beniculturali.it
pc Alla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio
AL-AT-CN
mbac-sabap-al@mailcert.beniculturali.it


Illustrissimo Ministro,


la nostra Associazione ha già precedentemente segnalato che tutto il percorso del completamento dell' autostrada ASTI-CUNEO si trova in zona cuscinetto (“buffer zone” “Langhe del Barolo”) da Cherasco ad Alba. Ma ciò su cui vogliamo ancora attrarre l'attenzione è che nelle vicinanze del luogo ove sono previsti gli impalcati (v. Allegato) vi è il complesso monumentale e territoriale di Pollenzo.
L'antica Pollentia, importante città romana probabilmente fondata nel 179 o 170 a C fu quindi il più antico “municipium” della zona insieme ad Alba Pompeia ed Augusta Bagiennorum ed ebbe il suo massimo sviluppo tra il primo ed il secondo secolo dc. Nei sec XII- XIII venne distrutta e divenne poi sede di contea viscontea e sforzesca.
Nel 1386 venne costruito il castello (ing Andrea da Modena) tuttora esistente; divenne in seguito prestigiosa residenza dei Marchesi di Romagnano.
Nella prima metà del 1500 Carlo V cedette il feudo di Pollenzo ai duchi di Savoia e dal 1762 entrò a far parte delle dipendenze della casa sabauda.
Tra il 1832 ed il 1847 il re Carlo Alberto, amante del revival gotico allora di moda, fece distruggere la maggior parte del borgo e degli insediamenti rurali e difensivi trecenteschi.
Agli architetti Pelagio Pelagi, Ernesto Melano, Xavier Kurten ed ad artisti come il Moncalvo, Pietro Cremona, Giuseppe II Gaggini Carlo Alberto chiese di riplasmare l'intero borgo con la sua piazza con fontana, la sua chiesa, la cascina Albertina, il castello e fondamentalmente la sua Agenzia, che doveva essere un centro sperimentale sulle attività agricole e di vinificazione.
L'impianto urbanistico attuale di Pollenzo è caratterizzato sostanzialmente da due fattori: il tessuto medioevale stratificato su reperti romani superstiti ed il tessuto ottocentesco che stravolgendo la trama irregolare altomedievale consentiva di organizzare su assi ortogonali l'architettura neomedievale ideata dal Melano.
In tempi recenti è stato intrapreso un  più progetto di riqualificazione e salvaguardia del sito.
Oggetto di recupero funzionale, il complesso, ancora denominato “Agenzia”, (edificio nei pressi del castello che si affaccia sulla piazza ove si trova anche la chiesa di san Vittore) venne acquistato nel 1999 da “l'Agenzia di Pollenzo spa” una società pubblica-privata guidata da Slow Food e divenne sede dell'Università di Scienze Gastronomiche e della Banca del Vino.
Pollenzo vanta reperti di epoca romana e altomedioevale, nonché vaste aree destinate a necropoli.
Nel 1997 il complesso fu riconosciuto dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità nel sistema delle Residenze Sabaude.
Alla fine della cinta muraria di Pollenzo vi è il Ponte Albertino sospeso, purtroppo in parte distrutto durante l'ultima guerra e mai più ristrutturato. Attualmente rimangono visibili i piloni sulle due sponde del fiume. Il ponte venne costruito a metà '800 in stile neo- moresco con alloggiamenti per i gabellieri. Il ponte era sospeso su funi di acciaio con piloni portanti in muratura e piano viabile in legno.
Il progetto di completamento del tronco 2.6. A attualmente prevede un percorso in esterno, in buona parte sopraelevato, ma i viadotti che si andrebbero a costruire passerebbero molto vicini alla cinta muraria del castello di Pollenzo, come si può evincere dalla cartografia qui allegata, con grave danno all' immagine del paesaggio e degli edifici storici in esso compresi.
Secondo l'Associazione Italia Nostra tale progetto non rispecchia i principi di tutela sanciti dalla Costituzione Italiana art 9 e dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
Ai sensi della normativa regionale vigente e del Piano Paesaggistico Regionale, approvato in Piemonte nel 2017, ci si dovrebbe avvalere di specifiche relazioni paesaggistiche di impatto dell'opera sul territorio, che qui mancano.
E' già stato osservato che il danno al paesaggio potrebbe essere evitato se anziché i viadotti si costruisse un tunnel sotto la collina di Verduno e questa è la soluzione che l' Associazione Italia Nostra continua a portare avanti insieme all' Osservatorio per la tutela del Paesaggio Langhe e Roero e ad altre Associazioni e Comitati.
Ribadiamo inoltre che il progetto che prevede il percorso del lotto 2.6 -tronco A- in galleria aveva già avuto parere favorevole alla VIA, mentre il percorso del medesimo in esterno, per il quale opta ora il Concessionario, deve ancora ottenere tutte le autorizzazioni: VIA, VAS, AiPO, PAI, DNSH (Comm. Europea - 12.2.21 - C 1054).
A questo proposito alleghiamo anche il parere espresso il 14 novembre 2001 dall'allora Soprintendente ai Beni Ambientali ed Architettonici di Torino arch Pasquale Bruno Malara.
Chiediamo l'attuazione del vecchio progetto che tutelerebbe i nostri beni identificativi documentari e storici nonché il valore turistico del territorio, perchè la tutela del paesaggio con tutto ciò in esso compreso non deve sottostare a meccanismi economici e di profitto.
L'Europa ci chiede di pensare alle generazioni a venire, i cui diritti futuri non possono essere sacrificati ad altri interessi.
Inoltre ci auguriamo che la salvaguardia dei beni paesaggistici e culturali presenti nella zona prevalga sulla volontà di finire l'opera “a qualunque costo”, che è purtroppo la linea di pensiero dominante tra i politici locali, comprensibilmente stanchi di attendere, ma con scarsa visione lungimirante.
 

In fede

Adriana Elena My
Presidente Consiglio Regionale Italia Nostra Piemonte

Commenti

Post più popolari