CERRETO LANGHE: LA CANONICA SOSPESA TRA DEMOLIZIONE E CONSERVAZIONE
Alba, 20/10/2021
prot. n. 48/2021
Spett.le SOPRINTENDENZA PER I BENI
ARCHITETTONICI E PAESAGGIO
Province di Alessandria, Asti, Cuneo
15100 Alessandria
“ Direzione settoriale Assessorato
all’Urbanistica, Beni ambientali
REGIONE PIEMONTE
12100 Cuneo
“ Fondazione bancaria CRC
12100 Cuneo
“ Ufficio diocesano Beni culturali
DIOCESI DI ALBA
12051 Alba (CN)
“ Egr. Sig. Sindaco
AMMINISTRAZIONE COMUNALE
12050 Cerretto Langhe (CN)
“ Rev. Parroco
PARROCCHIA DELLA SS. ANNUNZIATA
12050 Cerretto Langhe (CN)
p. pubb.ne ORGANI DI STAMPA
Loro sedi.
Oggetto: ribadita opposizione alla demolizione dell’ottocentesca casa canonica a Cerretto Langhe (CN) .
Abbiamo appreso da organi d’informazione che la Fondazione bancaria CRC di Cuneo ha stanziato € 50.000, in base al “Bando Distruzione“ 2021, per la demolizione dell’ottocentesca casa canonica a Cerretto Langhe (CN). Tale operazione è stata promossa a suo tempo dalla Parrocchia di Cerretto. PerĂ² in opposizione a quel drastico intervento demolitore nei confronti di un edificio certo non dannoso dell’ambiente o del paesaggio e non in evidente rovina, giĂ s’era espressa questa Sezione di Italia Nostra, tramite comunicato agli Enti competenti inviato in data 27/7/2021-prot. n. 38/2021. Inoltre, la Direzione settoriale Ambiente, Energia e Territorio della Regione Piemonte ha notificato in data 5/8/2021 i riferimenti normativi ed il necessario iter procedurale per le pratiche di tale genere.
In base a quanto stabilito dalla Fondazione suddetta (il cui intento dovrebbe volgersi «a favore del contesto ambientale e paesaggistico») ed alle citate prese di posizione, questa Sezione di Italia Nostra ulteriormente rende noto alle SS. LL.:
l’ottocentesca casa canonica sorge nel nucleo elevato del centro storico di Cerretto Langhe, in immediata prossimitĂ alla pregevole chiesa parrocchiale della SS. Annunziata e Madonna di Loreto, che è opera ben nota di ristrutturazione progettata dell’eclettico geometra doglianese Giovanni Battista Schellino nel 1864 (vincolata ai sensi della Legge statale n. 1089 del 1939 e successive normative afferenti, così come per altro puĂ² intendersi il rispetto dello stesso edificio che si vuole abbattere, in base all’art. n. 21 della medesima normativa di tutela);
la casa canonica è parte coerente del centro storico e non presenta attualmente gravi o vistose ed irrecuperabili condizioni di degrado strutturale (semmai è da consolidare l’area che sostiene il fabbricato e la via, di spettanza comunale); tantomeno l’edificio ottocentesco costituisce un elemento di “scadimento” di quel nucleo urbano, del quale da secoli è parte integrante, al contrario di ciĂ² a cui invece è rivolto il bando della Fondazione;
purtroppo non sarebbe piĂ¹ verificabile la composita interezza urbana se si realizzasse un’evidente “lacerazione” con la demolizione tout court (così non applicando quanto prescrive l’art. 24 della vigente Legge regionale n. 56 del 1977 e successive modifiche ed integrazioni sul rispetto delle pertinenze degli edifici vincolati), considerando pure che finora non sarebbe in corso una pratica con progetto compiuto e relativa documentazione, come accertato dalla Regione Piemonte e parzialmente richiesto anche nel “Bando Distruzione” (autorizzazioni preventive);
sono quantomeno discutibili le intenzioni di realizzare un presunto «giardino di musica e parole fra storia e cultura», demolendo l’edificio lì preesistente, che, semmai, potrebbe in sĂ© rispondere a tali funzioni socio-culturali, se adeguatamente restaurato ed adattato a finalitĂ sociali per i sodalizi del luogo, inoltre destinando panoramicamente per i turisti il residuo sito esterno (attrezzato e reso praticabile in sicurezza); in tal modo, attuando un’operazione di recupero “rispettosa di storia e cultura”, andrebbero utilizzati sia il fondo stanziato dalla Fondazione CRC (€ 50.000) e sia eventuali altri di provenienza regionale od ecclesiastica (C.E.I.), da richiedere; intanto, ribadendo l’opposizione di Italia Nostra all’intento demolitore, chiediamo sia un ulteriore pronunciamento dell’Ufficio settoriale della Regione Piemonte, sia della competente Soprintendenza statale.
Distinti saluti.
Il Presidente
(Roberto Giretti)
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