INQUINAMENTO DELL' ARIA. L'AUDIZIONE DI ITALIA NOSTRA IN COMMISSIONE CONSILIARE AMBIENTE DELLA REGIONE PIEMONTE

 Inquinamento, a Torino l'aria è più pulita rispetto a quindici anni fa: a  rivelarlo è

Testo dell'audizione di Adriana Elena My, presidente di Italia Nostra Piemonte, su “Inquinamento dell'aria in Piemonte” in Consiglio Regionale il 21 gennaio 2021.

Sono stati auditi, oltre a Italia Nostra, Legambiente e ProNatura.

Le emissioni di sostanze inquinanti in atmosfera sono all'origine di alcuni dei problemi ambientali considerati prioritari ormai in tutte le sedi nazionali ed internazionali: cambiamenti climatici, buco dell'ozono nella stratosfera, aumento dell'ozono troposferico, acidificazione atmosferica...

L'inquinamento atmosferico è anche al momento la più grande minaccia ambientale per la salute umana. Per questo la Commissione Europea ha messo in atto procedure di infrazione presso gli stati membro, tra cui l'Italia, per il mancato rispetto dei limiti comunitari in tema di qualità dell'aria.

Gli inquinanti presenti nell'aria che respiriamo sono tantissimi:

ossidi di Carbonio (CO monossido di carbonio, CO2 biossido di carbonio) ossidi di Azoto (Nox ossidi di Azoto, NO monossido di Azoto, NO2 biossido di Azoto) ossidi di Zolfo (SO2 biossido di Zolfo) ozono troposferico (O3) black carbon (componenti delle polveri sottili) (BC) metalli pesanti ( AS arsenico, CD cadmio, CO cobalto, CR cromo, MN manganese, NI nichel, PB piombo...) Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA)... e via dicendo.

Quando parliamo di polveri sottili parliamo di PM10, PM 2,5, e PUF (polveri ultrafini)

Il PM10 (materiale particolato fine) è una miscela complessa di particelle sospese nell'aria, di varia origine e natura che presenta dimensioni minuscole con diametro inferiore ai 10 micron (un micron equivale a un millesimo di millimetro)

Il Decreto Ministeriale n.60 del 2 Aprile 2002 derivante da Direttiva Europea stabilisce per il PM10 un valore limite pari a 50 microgrammi per metro cubo (50 mc/m3) come media giornaliera da non superare per più di 35 giorni all'anno, ed una media annua di 40mc/m3.

Il PM2,5 è una particella di diametro inferiore ai 2 micron e mezzo che riesce a penetrare sino agli alveoli, ovvero le zone più profonde del polmone.

Ancora più piccole e più pericolose le PUF, non più grandi di qualche milionesimo di millimetro, in grado di giungere facilmente al sangue e persino entrare nelle cellule del cervello.

Non tutte le polveri vengono misurate. Quelle che vengono misurate quotidianamente sono le PM10. I rilevamenti avvengono attraverso centraline di rilevamento fisse ( ed anche mobili ) che spesso però non vengono ubicate nelle zone di massima concentrazione del traffico o nelle zone più industrializzate, rendendo quindi parziali ed opinabili i risultati dei rilevamenti.

In qualità di presidente del Consiglio Regionale di Italia Nostra Piemonte ho fatto un'indagine sul territorio delle Sezioni sparse un po' in tutta la Regione. Negli ultimi 3 anni (2018, 2019 e 2020) quasi tutte le città piemontesi (TO AL NO VC Bra e Alba...) hanno superato i limiti consentiti dalla legge. Nel 2020 le uniche città dove si sono registrati pochi superamenti sono state le città di Pinerolo, Cuneo e Verbania (es. a Pinerolo “solo” 12 sforamenti quando a Torino ve ne erano più di 80). Torino negli ultimi anni è stata la prima città in Italia nel numero degli sforamenti del PM10. Nel 2020 147 giorni fuori legge, 86 per il PM10 e 61 per l'ozono. La riduzione del NO2 (biossido di Azoto) riflette la riduzione del traffico, mentre le variazioni del PM10 sono influenzate anche dalle condizioni meteorologiche dei periodi considerati: pioggia, vento, nebbia...influiscono infatti sulla concentrazione delle polveri sottili e la nebbia è un indicatore di accumulo dello smog. Esemplare il caso di Vercelli dove nel 2020 le medie dei superamenti sono state 32/35 (a seconda delle tre aree di rilevamento), superiori quindi allo stesso periodo del 2019, quando i dati erano lievemente inferiori. Questo è dovuto alla minore piovosità dell'ultimo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Lo stesso fenomeno è successo a Bra, con 42 sforamenti nel 2020 rispetto ai 20 del 2019. Il lockdown legato all'emergenza COVID non è stato sufficiente a compensare una meteorologia meno favorevole alla dispersione degli inquinanti (minore piovosità) sia perchè ha avuto luogo in un periodo dell'anno in cui le concentrazioni di PM10 sono già di per sé meno elevate, sia perchè i suoi effetti sul PM10 sono stati relativamente contenuti. A parte i casi di Vercelli e di Bra, dopo il COVID, nel periodo successivo all'introduzione delle misure di controllo e limitazioni degli spostamenti, si è notato in quasi tutte le città del Piemonte una diminuzione degli inquinanti rilevati ed un calo del PM10 e del biossido di Azoto. La zona del braidese-albese rimane comunque zona ad alto rischio inquinamento atmosferico. Nei Bollettini Epidemiologici dell'ASL Cuneo di questi ultimi anni risulta significativo che tra le cause principali di morte le malattie collegate a problemi respiratori e circolatori risultano quelle che più si discostano in senso negativo dalle medie regionali.

E' sicuramente necessario ripensare alle nostre abitudini di mobilità e trasporto, in un ottica di maggiore sostenibilità ambientale. Sappiamo però purtroppo che il traffico non è l'unico fattore di inquinamento, perchè ci sono anche il riscaldamento domestico, le emissioni delle industrie, degli inceneritori, degli impianti zootecnici...per cui il problema non può essere risolto soltanto con le targhe alterne o le ZTL.

Per ottenere una reale riduzione dell'inquinamento atmosferico occorre intervenire su tutte le fonti di inquinamento, non solo sul traffico.

Un elemento importantissimo per l'attenuazione del problema è la cura del VERDE: i nostri parchi, i viali alberati gli spazi verdi pubblici e privati...sono fondamentali per contrastare il fenomeno dell'inquinamento. E' necessario averne grande cura, evitare di abbattere alberi se non sono gravemente ammalati e prima di abbatterli cercare comunque di curarli. L'abbattimento dovrebbe essere l'ultima spiaggia. Invece assistiamo giornalmente ed ovunque, e non solo in Piemonte, ad abbattimenti di piante e non sempre per motivi di sicurezza. I rischi per la sicurezza dei cittadini che spesso vengono addotti quando gli alberi vengono abbattuti in città sono a volte solo pretesti. Le patologie degli alberi sono spesso causate dalla mancanza di cura, dall'abbandono, dall'incuria oppure (succede spesso) da potature drastiche, sbagliate quindi perchè indeboliscono la pianta. Il verde urbano è un bene di primaria importanza, soprattutto in questo momento. E' un bene da curare, conservare, tutelare ed ampliare con nuovi impianti, in una prospettiva a lungo termine. Così come devono essere salvaguardati gli spazi aperti, le piccole aree verdi ancora libere da costruzioni, presenti nei vari quartieri e circoscrizioni, spazi che non devono essere usati per altre edificazioni e per altro consumo di suolo. Devono rimanere spazi verdi a disposizione dei cittadini, che possono anche essere direttamente coinvolti assieme ad associazioni per la loro manutenzione e cura.

Costruire poi meglio, ossia ristrutturare e rigenerare in alternativa all'occupazione del suolo ancora libero. E soprattutto non effettuare previsioni irrealizzabili come successo a Cuneo ed a Bra. L'ultimo Piano Regolatore della città di Cuneo prevedeva 80.000 residenti, ma la popolazione è ferma da decenni intorno ai 55-56000 abitanti.

I Piani Regolatori di alcuni Comuni consentono l'aumento della cementificazione senza prevedere un adeguato recupero o implementazione del verde pubblico. Anzi molte amministrazioni tendono a monetizzare gli oneri urbanistici del verde.

Per concludere direi che le scelte politiche che le nostre Amministrazioni dovranno fare per affrontare la crisi economica e sociale presente e futura non potranno non tenere conto di queste esigenze ambientali primarie.


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