IL VCO SI PRESENTA



Il territorio della Sezione coincide con quello amministrativo della Provincia del VCO: una terra che si articola tra i laghi prealpini e le vallate alpine, da sud a nord sino a ridosso della Confederazione Elvetica. Terra di confine dunque: di Stato, di Regione con la vicina Lombardia separata dalle acque del Maggiore, mentre dal lato opposto lo spartiacque la divide dalla terra della Valsesia e a sud, sempre i laghi e lembi collinari la separano dai territori di pianura del Novarese. Questo disegno geografico ne impronta anche l’identità culturale, sfumata tra Piemonte, Lombardia e Canton Ticino. Il territorio, colpito da anni da crisi industriali che, da questo punto di vista lo hanno ridimensionato e forse anche marginalizzato, è da un lato fragile, a partire dal punto di vista idrogeologico, ma anche ambìto in quanto culla, sulle rive dei suoi laghi, della nascita del turismo di inizio novecento e oggi, covid cessando, quello lacustre, è ancora una delle risorse economiche maggiori cui farà affidamento. E’ il paesaggio dunque che ha giocato un ruolo chiave nella nascita del turismo sui laghi; tappa obbligata, dopo la traversata del passo del Sempione, del gran tour dei figli della borghesia europea sin dall’ottocento; nell’otto e inizio novecento luogo di quella trasformazione del paesaggio, con l’insediamento delle grandi ville e dei loro parchi, che pur insidiato dal secondo dopoguerra in poi, ancor oggi, conforma le coste dei laghi e ne è uno dei caratteri che costituiscono e racchiudono l’identità dei luoghi. Più remote, le vallate alpine ( dominante tra tutte la parete est del monte Rosa), quanto meno alcune di esse, vuoi per morfologia dei luoghi, vuoi per altre cause, non hanno conosciuto un grande sviluppo del turismo, specie invernale; le loro “fortune”, in tal senso, dopo un promettente avvio collocato agli albori degli anni 60, hanno conosciuto un declino, oscurate anche dalla vicina concorrenza straniera e il loro paesaggio, per lo più, regge pur insidiato anche da attività estrattive e, periodicamente minacciato da progetti futuribili di sviluppo turistico/industriale.Se questo è il quadro del territorio che abbiamo tratteggiato in maniera estremamente sintetica, la risposta alla domanda su quale sia il ruolo primario della Sezione di I.N. nel VCO è immediata: esso non può non essere che il presidio del paesaggio e dei beni culturali che esso contiene. Una rassegna delle azioni e delle attività che la Sezione ha svolto in questi ultimi anni e che sta svolgendo è la dimostrazione coerente che quello è il suo obiettivo e se lo abbandonasse tradirebbe la sua stessa identità e funzione.
Le ripercorriamo velocemente:
a) La difesa tenace, anche giurisdizionale, e per ora vincente, della identità storica della costa e del lungo lago della città di Stresa insidiati dal progetto di un nuovo grandissimo albergo in zona sottoposta a vincolo culturale.
b) L’ istanza di imposizione di vincolo ex articolo 136 del Codice dei beni culturali, su di una porzione costiera, particolarmente identitaria, della stessa città.
c) Il contrasto avverso le modalità di progetto della rinnovata concessione mineraria sul monte Camoscio nel territorio della città di Baveno, sfociato in un documentato esposto penale.
d) Il contributo attivo, espresso attraverso la formulazione ripetuta, di articolate osservazioni avverso il progetto Interconnector Italia-Svizzera per la costruzione della nuova linea per il trasporto di energia dal Passo S. Giacomo in alta Val Formazza sino a Baggio ( MI).
e) La difesa dei territori agricoli dei fondo valle con il contrasto, ancora in corso, avverso i depositi illegittimi di materiali inerti provenienti da estrazioni di cave, stoccati in Comune di Vogogna.
f) La partecipazione attiva al Comitato di Difesa dell’Ale Devero, avverso il progetto di turismo industriale di massa, denominato : “Avvicinare le Montagne”.
g) L’ istanza di imposizione di vincolo ex 136 articolo del Codice dei beni culturali, sulle pendici del Monte Teggiolo a contrasto del progetto. “ Avvicinare le Montagne” .
h) La cura per la imposizione, di probabile prossima emissione, del vincolo indiretto ex art. 45 del Codice dei beni culturali, sull’ambito del complesso monumentale di S. Martino in Comune di Vignone.
i) L’azione svolta, sempre nei confronti del Comune di Vignone, per il recupero di importanti standard urbanistici sottratti alla comunità da inammissibili inadempienze burocratiche.
l) L’azione a tutela dei percorsi pedonali demaniali storici in Comune di Crevoladossola, insidiati da atti di cessione non accompagnati dalla autorizzazione Soprintendente.
m) I convegni divulgativi svolti sul tema dei: “ Paesaggi sensibili” e che hanno visto protagonisti le proprietà pubbliche: parchi e ville storiche, insidiate dall’incuria e dall’abbandono; i territori isolani dei laghi Maggiore e Orta con la proposta di inserimento nei siti Unesco; i relitti ferroviari della stazione della linea Stresa/Mottarone vetta per la loro acquisizione pubblica e la valorizzazione museale; il territorio sensibilissimo e insidiatissimo del Piano Grande di Fondo Toce.
n) Per finire sempre il Piano grande di Fondo Toce al centro di un’azione di contrasto, oggi in sede giurisdizionale, avverso la continua colonizzazione antropica e dal lato della proposta la richiesta, formulata insieme a molte altre sigle ambientaliste perché l’ambito ancora esistente della presenza nel passato di un' attività agricola, sia sottratto all’investimento turistico/industriale e, recuperato ad una nuova funzione, diventi punto di riferimento e di accesso del Parco Nazionale Val Grande.
Le ripercorriamo velocemente:
a) La difesa tenace, anche giurisdizionale, e per ora vincente, della identità storica della costa e del lungo lago della città di Stresa insidiati dal progetto di un nuovo grandissimo albergo in zona sottoposta a vincolo culturale.
b) L’ istanza di imposizione di vincolo ex articolo 136 del Codice dei beni culturali, su di una porzione costiera, particolarmente identitaria, della stessa città.
c) Il contrasto avverso le modalità di progetto della rinnovata concessione mineraria sul monte Camoscio nel territorio della città di Baveno, sfociato in un documentato esposto penale.
d) Il contributo attivo, espresso attraverso la formulazione ripetuta, di articolate osservazioni avverso il progetto Interconnector Italia-Svizzera per la costruzione della nuova linea per il trasporto di energia dal Passo S. Giacomo in alta Val Formazza sino a Baggio ( MI).
e) La difesa dei territori agricoli dei fondo valle con il contrasto, ancora in corso, avverso i depositi illegittimi di materiali inerti provenienti da estrazioni di cave, stoccati in Comune di Vogogna.
f) La partecipazione attiva al Comitato di Difesa dell’Ale Devero, avverso il progetto di turismo industriale di massa, denominato : “Avvicinare le Montagne”.
g) L’ istanza di imposizione di vincolo ex 136 articolo del Codice dei beni culturali, sulle pendici del Monte Teggiolo a contrasto del progetto. “ Avvicinare le Montagne” .
h) La cura per la imposizione, di probabile prossima emissione, del vincolo indiretto ex art. 45 del Codice dei beni culturali, sull’ambito del complesso monumentale di S. Martino in Comune di Vignone.
i) L’azione svolta, sempre nei confronti del Comune di Vignone, per il recupero di importanti standard urbanistici sottratti alla comunità da inammissibili inadempienze burocratiche.
l) L’azione a tutela dei percorsi pedonali demaniali storici in Comune di Crevoladossola, insidiati da atti di cessione non accompagnati dalla autorizzazione Soprintendente.
m) I convegni divulgativi svolti sul tema dei: “ Paesaggi sensibili” e che hanno visto protagonisti le proprietà pubbliche: parchi e ville storiche, insidiate dall’incuria e dall’abbandono; i territori isolani dei laghi Maggiore e Orta con la proposta di inserimento nei siti Unesco; i relitti ferroviari della stazione della linea Stresa/Mottarone vetta per la loro acquisizione pubblica e la valorizzazione museale; il territorio sensibilissimo e insidiatissimo del Piano Grande di Fondo Toce.
n) Per finire sempre il Piano grande di Fondo Toce al centro di un’azione di contrasto, oggi in sede giurisdizionale, avverso la continua colonizzazione antropica e dal lato della proposta la richiesta, formulata insieme a molte altre sigle ambientaliste perché l’ambito ancora esistente della presenza nel passato di un' attività agricola, sia sottratto all’investimento turistico/industriale e, recuperato ad una nuova funzione, diventi punto di riferimento e di accesso del Parco Nazionale Val Grande.
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